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venerdì 17 gennaio 2025
 
 

Dislessia. Cos'è e come intervenire

21/11/2013  Parla l'esperta. La dislessia non è una malattia, ma un insieme di caratteristiche che definiscono una modalità diversa di apprendere da parte di bambini che hanno un’intelligenza nella norma.

I disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) - dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia -, sono caratterizzati da significative difficoltà nell’apprendimento e nell’uso delle abilità coinvolte nella normale attività scolastica, come la lettura, la scrittura e il calcolo. I ricercatori sono ormai d’accordo sul fatto che la diagnosi di disturbo dell’apprendimento dovrebbe essere fatta solo quando il bambino: (1) non ha un deficit intellettivo, (2) ha una grossa difficoltà in un’area legata all’apprendimento (la lettura, la scrittura o la matematica) con prestazioni inferiori a quanto ci si potrebbe attendere dalla sua intelligenza, e (3) non mostra disturbi emotivi severi, o non ha deficit sensoriali o neurologici specifici.
 
La stragrande maggioranza dei Dsa, circa l’80%, è rappresentata dalla dislessia, ovvero da un disturbo di lettura in cui il bambino ha difficoltà nell’imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura. La lettura orale è caratterizzata da distorsioni, sostituzioni o omissioni; sia la lettura orale sia quella a mente sono contraddistinte da lentezza ed errori di comprensione. I bambini dislessici spesso hanno anche difficoltà di comprensione e di composizione del testo scritto.

Sono diversi i fattori che possono predisporre alla dislessia: da condizioni biomediche di natura genetica alla nascita pretermine, dalla familiarità allo svantaggio socioculturale. Tuttavia i ricercatori parlano di ipotesi esplicative e non di nessi causali univoci e certi. La diagnosi non deve essere affidata all’intuizione dell’insegnante, né all’esperienza del genitore (“Andrea è dislessico perché non legge come il fratello alla sua età”), bensì allo specialista mediante la somministrazione individuale di test standardizzati, volti a misurare velocità, correttezza e comprensione del significato del testo letto.

La dislessia non è una malattia, ma un insieme di caratteristiche che definiscono una modalità diversa di apprendere da parte di bambini che hanno un’intelligenza nella norma. La loro “diversa normalità” non li esclude dal diritto all’istruzione e richiede la predisposizione di interventi educativi individualizzati e personalizzati, come sancito finalmente dalla legge n. 170 del 2010,  con l’introduzione di misure compensative (strumenti didattici e tecnologici che sollevano dallo svolgimento di un compito, per esempio la sintesi vocale che traduce il compito di lettura in compito d’ascolto) e dispensative (il consentire allo studente di non svolgere alcune prestazioni, per esempio sostituire le verifiche scritte con interrogazioni).

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