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martedì 15 ottobre 2024
 
Prevenzione
 
Benessere

Disturbi al naso: i segnali critici che chiedono subito la vostra attenzione

08/09/2016  Oltre a caratterizzare la nostra immagine, quest’organo ha la funzione di filtrare, riscaldare e umidificare l’aria che respiriamo, ma alcune patologie possono compromettere questo meccanismo fisiologico, con serie conseguenze a carico dell’organismo in gran parte sottovalutate...

A volte ne sottovalutiamo l’importanza, eppure un naso privo di deformità, in armonia con il volto e che permetta di respirare bene rappresenta un prezioso alleato del nostro benessere.
Porta d’ingresso delle vie respiratorie, che partono dalle narici e terminano negli alveoli polmonari, questo organo interviene in uno dei processi vitali più importanti, ovvero lo scambio di ossigeno e anidride carbonica fra i tessuti interni e l’ambiente esterno. «Ogni giorno, il naso riscalda, umidifica e filtra circa quindicimila litri di aria, che in una situazione di normalità raggiunge i polmoni senza contaminazioni, né troppo calda o viceversa troppo fredda, né troppo umida o secca», spiega il professor Matteo Gelardi, otorinolaringoiatra, fondatore dell’Accademia italiana di Citologia nasale e presidente dell’Accademia italiana di rinologia (www.citologianasale.eu). «Alcune condizioni possono però compromettere questo delicato equilibrio e determinare un continuo processo di irritazione del sistema respiratorio con diverse conseguenze, che possono manifestarsi nell’immediato oppure a lungo termine».

PIÙ INFEZIONI DA PICCOLI

Le patologie nasali sono numerose (infiammatorie, infettive, tumorali) e la loro insorgenza varia principalmente in base all’età. «I bambini presentano con maggiore facilità riniti di origine infettiva, virali o batteriche, perché fino agli otto anni il loro sistema immunitario è immaturo e non riesce a contrastare con efficacia gli agenti patogeni con cui entrano precocemente in contatto, specie nella scuola materna», sottolinea Gelardi. «Con il passare degli anni poi, soprattutto nei soggetti predisposti, si fanno strada le allergie, sempre più frequenti, che ostacolano il riposo notturno e compromettono la qualità della vita: in fase acuta, solo quattro persone su cento si assentano dal lavoro o dalla scuola, ma tutte le altre hanno un rendimento inferiore rispetto allo standard, almeno del 40 per cento».
Le cause della rinite allergica sono generalmente pollini, muffe, polveri, pelo di animali e altre sostanze, dette allergeni, che nei pazienti predisposti scatenano un’eccessiva produzione di immunoglobuline E, speciali anticorpi responsabili della reazione. I sintomi più comuni sono ostruzione nasale, gocciolamento, prurito e starnuti, che nelle forme più severe possono essere accompagnati anche da mal di testa, disturbi oculari, perdita di odorato e gusto. «Si tratta comunque di sintomi reversibili spontaneamente, con la sospensione dell’esposizione all’allergene, oppure in seguito a vaccino o terapia farmacologica».

NARES, QUESTA SCONOSCIUTA

  

Poco note, ma molto diffuse (rappresentano il 10.15 per cento di tutti i casi), sono invece le riniti vasomotorie – etichettate spesso come aspecifiche, idiopatiche o criptogenetiche, ovvero senza una causa apparente – che presentano i medesimi sintomi di quelle di natura allergica, ma risultano negative ai tradizionali prick-test.
«A scatenarle sono alcune cellule che si trovano normalmente nel sangue, come eosinofili, mastociti e neutrofili, che se raggiungono la cavità nasale sono responsabili della sintomatologia», semplifica Gelardi. «A seconda della tipologia cellulare, la rinite vasomotoria che ne deriva assume una particolare denominazione, sovente abbreviata in Nares quando c’è predominanza di cellule eosinofile, Narma per la forma legata alle cellule mastocitarie, Narne se c’è l’implicazione dei neutrofili e Naresma se esiste la doppia origine da eosinofili e mastociti: tutte sembrano avere una base genetica e ovviamente, non derivando da allergeni, non hanno una stagionalità ma tendono a essere croniche, predisponendo nel tempo a complicanze, come asma o poliposi nasale».

COME SI ARRIVA ALLA DIAGNOSI

La terapia è simile a quella proposta per le riniti allergiche, scelta fra i numerosi farmaci a base di antistaminici e cortisonici locali (sicuri in un loro utilizzo anche prolungato), ma – dovendo essere seguita per lunghi periodi o addirittura a vita – richiede ai pazienti di imparare a modularla a seconda dei luoghi e delle situazioni che possono scatenare l’iperattività del loro naso, come sbalzi di temperatura, profumi intensi, fumo di sigaretta e così via. Per stabilire un opportuno piano terapeutico, l’unico esame che consente una diagnosi precisa e differenziale è la citologia nasale, economica, rapida, non cruenta, eseguibile anche sui bambini e facilmente ripetibile. «Il test consiste nel semplice prelievo tramite un piccolo cucchiaino di plastica del secreto nasale, da analizzare poi al microscopio», illustra Gelardi. «Alla fine, il fatto di attribuire un nome preciso alla patologia aspecifica di cui magari si soffre da anni è quasi liberatorio per il paziente, che finalmente conosce con certezza il problema che lo affligge ed è motivato a seguire la terapia con maggiore aderenza».
In più si prevengono le eventuali complicanze, perché un naso che non ventila correttamente rischia di infettarsi e contagiare le zone limitrofe, come i seni paranasali (provocando rinosinusite), l’orecchio medio (otite), ma anche i polmoni (sindrome rinobronchiale).
L’Italia è leader nel campo di questa diagnostica grazie all’Accademia italiana di citologia nasale, la prima al mondo, nata nel 2009: sul sito ufficiale, www.aicna.it, è possibile individuare gli esperti più vicini al proprio domicilio, elencati per Regione.

LE ALTRE PROBLEMATICHE

  

Il naso ovviamente non è neppure immune alle patologie tumorali, benigne e maligne, che per fortuna rappresentano solo il 3 per cento di tutte le neoplasie che possono colpire l’organismo nel complesso: in ogni caso, è sempre bene riferire al medico alcuni sintomi sospetti, come una congestione nasale che non migliora, l’ostruzione di una narice, la perdita di sangue dal naso, il muco che scorre posteriormente al naso e in gola, una lacrimazione continua, un cambiamento nella visione o la formazione di masse nel naso e sul palato. «Nella popolazione anziana, infine, non è raro riscontrare la cosiddetta goccia al naso, dovuta a uno squilibrio fra sistema nervoso vegetativo orto e parasimpatico, che determina un fastidioso e continuo gocciolamento», conclude Gelardi. «Per ovviare al problema, esistono in commercio soluzioni fisiologiche con cui eseguire lavaggi nasali, ma anche spray generalmente ben tollerati e utili a gestire il fastidio».

QUESTIONE DI FORMA

Al di là delle patologie che possono insorgere negli anni, il naso può perdere la propria funzionalità anche a causa di un trauma facciale (dovuto a incidenti stradali, sportivi, sul lavoro, domestici oppure a percosse) o magari per colpa di una malformazione congenita che ne altera la morfologia interna e, di conseguenza, rende più difficoltoso il normale passaggio dell’aria.
«In tutti questi casi, la terapia di elezione è la cosiddetta rinoplastica, un intervento chirurgico che spesso viene eseguito anche per motivi estetici, ad esempio per correggere anomalie strutturali e dunque un naso troppo lungo, grande, spigoloso o gibboso», spiega il dottor Fabio Meneghini, specialista in Chirurgia maxillo-facciale, docente di Chirurgia estetica del viso all’Università di Padova (www.fabiomeneghini.it). «Si tratta di un’operazione piuttosto comune ma comunque delicata, che deve tenere conto di vari aspetti per avere successo: troppe volte un intervento che doveva migliorare la respirazione ha peggiorato la forma esterna del naso e troppe volte una rinoplastica per abbellire il profilo ha condannato il paziente a respirare con la bocca aperta».
Se la correzione estetica rappresenta uno degli interventi più frequenti e richiesti, la rinoplastica (o settoplastica, se il “ritocco” è solo interno) può risolvere altre problematiche importanti e trattare disfunzioni interne senza alterare l’aspetto esterno.
Fra i problemi più diffusi c’è la deviazione del setto nasale: in alcuni soggetti, infatti, la sottile parete posta fra le narici è spostata verso un lato e ostacola il fisiologico passaggio dell’aria. «La disarmonia può essere evolutiva, e quindi dovuta a un alterato sviluppo in età giovanile, oppure conseguenza di uno o più traumi subiti dall’infanzia fino all’età adulta, come i primi passi, le cadute dall’altalena, le partite a calcio con gli amici, l’incidente in motorino e così via», illustra Meneghini. «Un’altra causa comune di ostruzione nasale è l’ipertrofia dei turbinati, ovvero l’eccessivo volume delle strutture spugnose che hanno la funzione di inumidire, riscaldare e purificare l’aria inspirata». Nonostante il loro lavoro prezioso, un ingrossamento anomalo di questi “filtri” – dovuto a raffreddori persistenti o malcurati, sbalzi termici o riniti, allergiche oppure croniche – può ostacolare la respirazione e causare una lunga serie di sintomi (naso chiuso, scolo di muco, diminuita percezione degli odori, sensazione di orecchio pieno...) e complicanze (sinusiti, faringiti, apnee del sonno, malattie dell’orecchio).
In altri casi, ancora, può essere necessario intervenire per rimuovere dei polipi nasali, escrescenze benigne simili all’uva che (seppure indolori) ostacolano la normale respirazione, oppure per modificare l’apertura delle valvole nasali, i segmenti più stretti dell’intero sistema respiratorio nasale, che hanno il compito di regolare il flusso aereo in inspirazione ed espirazione.

INTERVENTI COPERTI DAL SSN

  

In Italia, il Sistema sanitario nazionale prevede una copertura per questi interventi, purché siano unicamente destinati a correggere un disturbo. In altre parole, non deve essere prevista alcuna valorizzazione estetica (neppure in abbinamento alla chirurgia funzionale), perché in caso contrario gli interi costi ricadono sul paziente che intende “rifarsi” il naso.
Esistono controindicazioni alla rinoplastica? «Nessuna, eccetto le patologie cardiovascolari molto importanti, che farebbero sconsigliare non solo questo, ma anche altri interventi», assicura Meneghini. «La storia clinica del paziente, la visita e gli esami preoperatori permettono comunque di identificare eventuali problematiche, in modo da affrontare l’esperienza in modo sereno».
Anche le complicanze (come il sanguinamento eccessivo o le infezioni) sono rarissime: dopo l’intervento occorre solo pazientare qualche giorno e tollerare disturbi transitori, come un aumento delle secrezioni, una sensazione di maggiore flusso d’aria attraverso il naso ed eventuale dolore, comunque controllabile con farmaci idonei.
«L’importante è affrontare la chirurgia con aspettative realistiche, perché se è vero che questo organo deve incontrare gusti, desideri e necessità del singolo individuo, d’altra parte vanno accettate le piccole imperfezioni, irregolarità e asimmetrie che possono derivare», conclude Meneghini. «L’aspetto fondamentale deve essere il recupero della funzionalità nasale e un senso generale di benessere, senza confondere questi interventi con la voglia di somigliare a qualche celebrità: un naso bello e proporzionato in un viso potrebbe sembrare ridicolo in un altro. Serve armonia, una componente da studiare sempre su misura».

I BENEFICI DELLE TERME

Inalazioni, ma soprattutto irrigazioni nasali e docce micronizzate: sono i trattamenti termali più efficaci nelle riniti croniche, di tipo allergico e non, dove rappresentano un valido supporto alle terapie farmacologiche. «L’importante è accertare l’assenza di controindicazioni, che comprendono gravi insufficienze epatorenali o cardiache. Anche i pazienti asmatici vanno attentamente valutati, perché l’asma avanzato, complicato da insufficienza polmonare, oppure non ben stabilizzato può esporre al rischio di crisi anche importanti», avvisa il dottor Mario Notargiacomo, specialista in Otorinolaringoiatria presso il presidio ospedaliero di Melzo. «Per il resto via libera alle cure, a patto che durino almeno dodici giorni e utilizzino in particolare le acque solfuree-salsobromoiodiche dall’azione antinfiammatoria, antisettica e capace di stimolare il trofismo delle mucose, determinando una riduzione dei sintomi». Per assicurarsi questa azione terapeutica anche a casa, può essere utile un inalatore (simile a un aerosol, ma di maggiori dimensioni) da sfruttare con l’acqua sulfurea, imbottigliata e venduta in farmacia. «Ovviamente ogni consiglio va sempre personalizzato sul singolo paziente», conclude Notargiacomo, «perché anche le cure termali devono essere valutate e prescritte da uno specialista».

INNOCUO IL CORTISONE SPRAY

  

Iperglicemia, pressione alta e aumento di peso: sono tanti gli effetti collaterali del cortisone, da cui spesso si sta alla larga per paura. In realtà, questo potente antinfiammatorio richiede cautela nell’uso sistemico (somministrato per bocca), mentre risulta innocuo nelle preparazioni topiche. Sicuro, ad esempio, è il suo impiego negli spray nasali che contrastano le riniti, perché non entra in circolo nel sangue e non danneggia le mucose (al contrario ne mantiene il corretto trofismo). Lo dimostra il largo impiego in pediatria, dove l’utilizzo del cortisone è approvato quando si tratta di spray nasali.

EPISTASSI, MAI DA SOTTOVALUTARE

Può essere causato da fattori banali, come un piccolo trauma o un’eccessiva esposizione al sole, ma anche nascondere patologie importanti. Il sanguinamento del naso (epistassi) è un fenomeno diffuso a tutte le età, in genere non preoccupante, che merita però un approfondimento specialistico soprattutto quando si presenta con sangue frammisto a muco e prevalentemente da una sola narice. Soprattutto in età adulta, l’epistassi può essere la spia di uno sbalzo pressorio, un disturbo della coagulazione e altre patologie anche a carico di organi importanti. Per le epistassi leggere, il primo intervento consiste nel comprimere l’ala nasale corrispondente alla narice sanguinante per 5-10 minuti, con la testa piegata leggermente in avanti.

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