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COME FUNZIONA ORA
Si è cittadino italiano
Se si nasce da un genitore italiano ovunque nel mondo.
Se si nasce in Italia senza cittadinanza.
Si viene adottati o riconosciuti come figli naturali da italiani.
Cittadini italiani diventano (se vogliono):
I bambini che che nascono in Italia da genitori stranieri e qui crescono senza interruzioni fino alla maggiore età, se lo chiedono entro un anno dal 18° compleanno.
I discendenti stranieri di un genitore o nonno che sia stato cittadino italiano per nascita, purché siano in Italia da due anni al compimento dei 18, o purché siano dipendenti pubblici dello stato italiano anche all’estero. Gli stranieri che sposano italiani. Gli stranieri residenti legalmente in Italia da 10 anni (per gli extracomunitari) da 4 (per i cittadini dell’Unione europea).
Il paradosso
Oggi fa meno fatica a diventare cittadino italiano un adulto che abbia sempre vissuto altrove, senza legami effettivi con il territorio italiano, se ha un nonno che sia stato cittadino italiano per nascita (il caso dei calciatori cosiddetti oriundi), rispetto a un ragazzo nato in Italia da genitori stranieri, che abbia sempre vissuto qui e non sappia nulla del suo Paese d’origine. Se al primo bastano tre anni di residenza legale in Italia, il secondo deve aspettare la maggiore età e dimostrare di essere vissuto ininterrottamente in Italia dalla nascita.
CHE COSA CAMBIEREBBE CON LA LEGGE IN DISCUSSIONE
Il nuovo ius soli, ma sarebbe meglio dire ius culturae, riguarderebbe soltanto i figli minorenni degli immigrati con un permesso di soggiorno di lungo periodo, che risiedono e lavorano stabilmente in Italia da almeno cinque anni.
Non riguarderebbe: gli immigrati irregolari, i bambini che nascono casualmente sul suolo italiano, le persone che rappresentano un pericolo per l’ordine pubblico o la sicurezza dello Stato perché sono escluse, i genitori immigrati, su cui la cittadinanza acquisita dai figli non ricade.
Potrebbero diventare cittadini italiani, se i genitori lo chiedono, i figli minori nati in Italia degli immigrati regolari di lungo periodo. Se il genitore, extracomunitario, con permesso da almeno cinque anni, dimostra di avere un reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale; di disporre di una casa idonea secondo la legge e di superare un test di lingua italiana.
Potrebbero diventare cittadini italiani, se i genitori lo chiedono, i figli minori arrivati in Italia entro i 12 anni che abbiano frequentato con successo per almeno cinque anni la scuola, completando almeno un ciclo dell’obbligo in Italia. Per chi arriva tra i 12 e i 18 anni la condizione necessaria minima sarebbe aver abitato in Italia per almeno sei anni e la regolare frequenza di un ciclo scolastico, con il conseguimento del titolo conclusivo, o di un percorso di formazione professionale, con il conseguimento della relativa qualifica, nella scuola italiana.
Per gli adulti stranieri e per i figli di italiani in Italia e all’estero le regole sull'acquisizione della cittadinanza resterebbero come sono.





