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giovedì 13 febbraio 2025
 
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Divorzio: dare voce ai bambini e ai ragazzi

10/11/2014  Ecco l'obiettivo dei Gruppi di parola per figli di genitori separati (dai 6 ai 12 anni, o dai 13 ai 17 anni) che il Servizio di psicologia clinica per la coppia e la famiglia dell’Università Cattolica di Milano ha introdotto in Italia. Aiutarli a “mettere parola” sui loro pensieri, sentimenti e domande.

Nel 2005 il Servizio di psicologia clinica per la coppia e la famiglia dell’Università Cattolica di Milano ha introdotto in Italia i Gruppi di parola per figli di genitori separati (dai 6 ai 12 anni, o dai 13 ai 17 anni). «Nel corso dei quattro incontri di due ore ciascuno, un conduttore dà spazio ai figli per aiutarli a “mettere parola” sui loro pensieri, sentimenti e domande. In questo modo possono sentirsi meno soli e condividere con altri partecipanti alcune strategie per vivere i cambiamenti della vita quotidiana», spiega Chiara Fusar Poli, psicologa e mediatrice familiare di Crema.

«Durante la seconda ora dell’ultimo incontro è prevista la partecipazione dei genitori, a cui il gruppo legge una lettera. In essa i figli comunicano stati d’animo e formulano richieste specifiche. Le mamme e i papà presenti rispondono al gruppo con un breve messaggio in cui manifestano vicinanza e comprensione per il doloroso momento che tutta la famiglia sta attraversando. Al termine del percorso è poi possibile, per i genitori che lo desiderano, fissare un colloquio con il conduttore per riflettere insieme sull’esperienza e sui cambiamenti avvenuti in famiglia».

Paola Farinacci, mediatrice familiare presso il  Centro servizio alla famiglia Onlus di Assago (Mi), ci aiuta a comprendere meglio cosa esprimono i partecipanti e cosa pensano i genitori che iscrivono i loro figli al Gruppo di parola. «Cari genitori, perché vi siete divisi? I bambini vogliono sapere se dipende da loro, se possono fare qualcosa. Ci sentiamo molto dispiaciuti. A volte non è facile parlare della separazione, né per i genitori né per i bambini...». Nel momento conclusivo si sperimenta la possibilità di parlarsi e ascoltarsi in un modo protetto ed efficace. Affrontare temi complicati e a volte dolorosi diventa possibile con l’aiuto del gruppo. Anche le mamme e i papà che, se pur in conflitto, hanno scelto insieme di iscrivere i figli, possono rassicurarli: «Cari bambini, anche se siamo separati vi vogliamo bene e siete la cosa più importante, non è colpa vostra se ci siamo separati!».

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