Come orientarsi oggi nel linguaggio giovanile? Come trovare risposta al significato di alcune parole che a volte sembrano incomprensibili o appartenere ad una altra lingua? In quale modo leggere gli SMS dei giovani che con le loro abbreviazioni rendono il testo, spesso, indecifrabile come i documenti del miglior film di spionaggio? Sono queste alcune delle domande a cui tenta di dare risposta il primo dizionario dello slang giovanile. Autori di questo dizionario sono i ragazzi e le ragazze di alcune scuole secondarie di primo grado di Lodi che, insieme ai loro insegnanti, lo hanno realizzato nel sessione scolastica 2012-13. Il dizionario dello Slang giovanile costituisce la conclusione del progetto “Ma come parli?”, realizzato da Lodi for Kids, una associazione di genitori di Lodi (www.lodi4kids.it) all’interno della rassegna “Insieme per crescere!”, finanziata del bando sull’associazionismo della Regione Lombardia.
L’iniziativa “Ma come parli?” ha avuto come protagonista, oltre ai ragazzi, il loro modo di parlare, inteso come espressione libera e creativa di una fascia d’età spesso considerata solo “problematica”. «Quando parlano fra loro», racconta Caterina Belloni di Lodi4kids, «i ragazzi di questa età usano un codice linguistico che agli adulti talvolta pare incomprensibile, un codice che appartiene solo a loro». “Ma come parli?” vorrebbe funzionare da traduttore, da una parte cercando, attraverso una migliore comprensione, di diminuire la distanza fra mondo degli adulti e mondo degli adolescenti, e dall’altra valorizzando un’espressione linguistica che, per i ragazzi, rappresenta non solo un modo di comunicare, ma anche un senso di appartenenza a un gruppo che li protegge e li rende più sicuri. Ecco allora che se vogliamo chiedere la bicicletta dobbiamo usare la parola “biga”; “definistrati” è l’invito che facciamo a qualcuno a sparire; “emo” è la persona a cui piace soffrire, infliggendosi ferite o tagli sul corpo; “sbranni” esprime l’ammirazione del gruppo per un compagno; con “shiao” sostituiamo la parola ciao. Tra le espressioni: “spacca” è l’esclamazione per definire qualcosa di molto divertente, che piace molto; “stai sciallo” deriva dal gergo romanesco ed è esclamazione per invitare qualcuno a stare tranquillo e sereno; “tamarro” è la persona rozza e non stimabile; “non me ne frega una cippa” significa non me ne frega niente; l’espressione “spacca di brutto” indica che questa cosa o questa situazione è bellissima e piace moltissimo.
Tra le abbreviazioni, tipiche nell’utilizzo dell’invio di SMS, troviamo le formule che conciliano l’esigenza della rapidità di scrittura con quella di utilizzare meno caratteri possibile visto che, normalmente, il limite per ciascun messaggio è di 160 caratteri. In questo senso l’abbreviazione “6la+” vuol dire sei la migliore; “axitivo” è l’aperitivo; “b8” è il botto; “bFF” vuol dire best friend for ever; “cpt” significa capito; “cvdp” abbrevia la frase ci vediamo dopo; “maps” sintetizza le migliori amiche per sempre. Tutte parole che qualsiasi correttore ortografico di qualsiasi programma di videoscrittura sottolinea, irrimediabilmente, in rosso.