Un momento del periodo di "murmuratio", colloqui faccia a faccia, due a due, per arrivare all'elezione del Preposito generale dei Gesuiti evitando l'affermarsi di lobby e cordate.
Duecentoquindici gesuiti provenienti da 62 diversi Paesi del mondo eleggeranno domani venerdì 14 ottobre il trentesimo successore di Ignazio di Loyola fondatore dei Gesuiti. La Congregazione generale è riunita a Roma dall’inizio del mese e dovrà scegliere il nuovo Preposito generale poiché l’attuale, lo spagnolo Adolfo Nicolás Pachón, 80 anni compiuti ad aprile, si è dimesso come aveva già fatto il suo predecessore, nonostante la nomina sia prevista a vita. I Gesuiti sono attualmente 16.740 tra sacerdoti, fratelli coadiutori, scolastici e novizi. Il motto della Congregazione è “Verso il largo, dove è più profondo” e richiama l’esortazione rivolta da papa Francesco, gesuita anche lui, nel 2014 in occasione del bicentenario della rifondazione delle Compagnia. Si tratta di un’indicazione precisa alla Congregazione che per la prima volta si svolge “regnando” un Papa gesuita.
Il processo di scelta è molto particolare, perché non esiste alcun candidato, ma tutti i Gesuiti possono essere eletti al vertice della Compagnia. Si può anche scegliere fuori dai “grandi elettori” esattamente come un Papa può anche scelto fuori dal Conclave. Finora tuttavia non è mai accaduto. Da lunedì scorso, dopo aver discusso sullo stato della Congregazione e sulle sfide che impegneranno la missione dei Gesuiti, sono cominciati quattro giorni della cosiddetta “murmuratio” una pratica centenaria che consiste in un confronto tra i membri della Congregazione, ma che può avvenire solo due a due. Cioè uno chiede ad un altro chi può avere i requisiti adatti per guidare la Compagnia. Ma non si possono fare confronti tra più di due persone. Questa regole impedisce il formarsi di cordate e di pressioni da parte di gruppi, insomma di lobby. Nessun gesuita può presentare qualcun altro a cui tiene e tantomeno se stesso.
Padre Federico Lombardi, che è uno dei tre portavoce della Congregazione, l’ha definita “una elezione senza partiti”, che si affida totalmente “allo Spirito santo”. Il regolamento prevede che vi sia una commissione per analizzare ed eventualmente punire l’avanzata di indebite ambizioni di qualcuno. I giorni delle mormorazioni finiscono giovedì sera. Dopo gli elettori ascolteranno una esortazione di circa 15 minuti. Poi pregheranno per altri 45 minuti. Per elezione occorre il 50 per cento più uno degli elettori, cioè 107. L’agenda dei lavori prevede che venga eletto venerdì 14 ottobre. Il primo a sapere della nomina sarà il Papa, ma non perché è gesuita. Né il pontefice deve approvare la nomina. Se non si raggiunge il quorum rapidamente si va avanti ad oltranza. Sarà una elezione digitale. Gli elettori voteranno sui tablet e non con il pulsante in mano.