Caro direttore, sono una commerciante che da anni si batte per la chiusura domenicale dei negozi, purtroppo senza successo. Ecco la mia idea: da lunedì a venerdì orario regolare, sabato orario continuato fino alle 18, domenica giorno di chiusura settimanale. Per noi cristiani la domenica è da santificare in quanto giorno del precetto festivo. Ma il riposo domenicale è importante anche a livello umano, per stare in compagnia dei propri cari, con le proprie famiglie. Trovo essenziale come servizio per i turisti solo un negozio di alimentari con orario continuato dalle 8 alle 20 tutti i giorni. La chiusura domenicale per il resto dello shopping non farebbe calare il lavoro, perché i turisti farebbero i loro acquisti il sabato. Profumi, cellulari, gioielli non sono ossigeno! Il vero ossigeno è passare la domenica con le nostre famiglie e, per chi vuole, con Dio.
Maria Cusini, Livigno
Cara Maria, mi sono spesso chiesto se la battaglia di molti, a partire dai nostri vescovi, per salvare il riposo domenicale sia come quella di Don Chisciotte contro i mulini a vento. Eppure c’è da chiedersi se vogliamo davvero, noi cristiani, lasciarci travolgere dalla mentalità consumistica che in nome del profitto (di alcuni) finisce per rubarci l’anima, gli affetti, la vita. Penso che dobbiamo cambiare decisamente stile di vita. Riscoprendo quanto è bello stare insieme ai propri cari nel giorno di festa, uscire a fare una scampagnata con i figli, dedicare del tempo per andare a trovare chi è solo oppure dimenticato, recuperare un po’ di spazio per pregare, riflettere su noi stessi e dialogare con Dio. Salvare il riposo domenicale è un modo per salvare anche le nostre famiglie.
D’altra parte, ci sono alcune considerazioni pratiche da fare. La liberalizzazione selvaggia delle aperture dei negozi non giova davvero al commercio. Lo dicono le statistiche. Lo conferma il fatto che in tanti Paesi economicamente avanzati come la Germania tutto questo non avviene. Basta poi fare un piccolo ragionamento: la spesa settimanale delle famiglie è all’incirca rimasta la stessa, solo che si è allungata anche alla domenica; in fondo per i negozianti è soprattutto aumentato il costo di un’apertura prolungata.
Il precetto biblico di dedicare un giorno al riposo e alla preghiera, oltre che alle opere di bene, non è tanto un comandamento da osservare, ma un beneficio per tutti noi, un modo per conservare la nostra umanità. Prima di tutto partecipando alla celebrazione comunitaria dell’Eucaristia, Pane che ci sostiene nel cammino della vita, ma anche visitando i malati e gli anziani, lasciando spazio alla famiglia, ai parenti e agli amici. La domenica è anche «un tempo propizio per la riflessione, il silenzio, lo studio e la meditazione, che favoriscono la crescita della vita interiore e cristiana» (Catechismo n. 2186).