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sabato 01 aprile 2023
 
Intervista
 

«Le nostre mostre avvicinano al cielo»

28/06/2016  Intervista a don Alessio Geretti, vicario della parrocchia di Illegio, il piccolo centro in provincia di Udine che con i suoi progetti espositivi attira migliaia di appassionati da tutta Italia e dall'Europa. «Da noi la gente trova la bellezza dell’arte ma anche un ambiente dove il ritmo della vita è diverso, dove sembra più facile nutrire la speranza per il futuro».

"Enea alla corte di Didone" di Bernardino de' Donati, una delle opere esposte nella mostra "Oltre. In viaggio con cercatori, fuggitivi, pellegrini", aperta a Illegio fino al 9 ottobre.
"Enea alla corte di Didone" di Bernardino de' Donati, una delle opere esposte nella mostra "Oltre. In viaggio con cercatori, fuggitivi, pellegrini", aperta a Illegio fino al 9 ottobre.

Le mostre internazionali di Illegio sono ormai giunte alla 12ma edizione, registrando un successo incredibile non solo di critica ma anche di pubblico. 250.000 visitatori per un paesino della Carnia che non raggiunge i 400 abitanti sembrano un miraggio, senza considerare le mostre “esportate” dal Comitato San Floriano di Illegio in Italia e all’estero.

Qual è il segreto di questo evento, che riesce a coniugare arte e fede, spiritualità e riflessione esistenziale? Lo abbiamo chiesto a don Alessio Geretti, vicario delle parrocchie di Tolmezzo e di Illegio (Udine) e anima dell’iniziativa, nonché curatore anche della mostra di quest’anno.

Quando avete cominciato, dodici anni fa, avrebbe scommesso su un ritorno di questo genere?
“In una certa misura sì. Avevo la percezione di un incontro fortunato tra natura, arte e spiritualità in un borgo alpino piccolo ma anche dinamico, abitato da una comunità vera e con solide radici cristiane. Quindi noi tutti avevamo messo in conto un buon successo anche se in quel lontano 2004, anno della prima mostra, non pensavamo a un progetto continuativo, volevamo semplicemente organizzare un evento per i 1700 anni del martirio di San Floriano, cui è dedicata la nostra pieve. L’ intenzione però era già quella di intercettare un pubblico ampio e anche di trasformare la mostra di Illegio in un segno di speranza per la nostra montagna, che più di altre patisce lo spopolamento”.

E la gente ha cominciato ad arrivare.
“Sì, qui ha trovato la bellezza dell’arte ma anche un ambiente dove il ritmo della vita è diverso, dove sembra più facile anche il contatto con il cielo. Con le nostre mostre vogliamo attingere al Vangelo attraverso l’arte e la bellezza e anche trasmettere il messaggio che è possibile avere un futuro e rinascere”.

Qual è il pubblico delle vostre mostre?
 “Un pubblico assolutamente trasversale. Famiglie, pensionati, giovani, gruppi. Vengono non solo dal Friuli ma da tutta Italia e anche dall’estero. Dall’ Austria, dalla Slovenia, dalla Germania, dalla Francia. C’è chi fa un percorso di fede, chi è appassionato d’arte e anche chi pensa di non credere ma non può fare a meno di porsi certe domande”.

Come nascono i temi delle vostre mostre?
 “Sempre da un’idea, condivisa col parroco, don Angelo Zanello, e con tutto il nostro gruppo. Dietro la scelta c’è un discernimento spirituale e artistico, che tiene conto anche di quello che sta vivendo la Chiesa in quel momento”.

Il tema di quest’anno è molto forte, a cominciare dal titolo. Oltre. In viaggio con cercatori, fuggitivi e pellegrini. Il riferimento al Giubileo è evidente, ma anche al dramma dei profughi…
“Sì, direi che si tratta di un tema di straordinaria attualità. Tutti i Giubilei in fondo sono dei grandi viaggi spirituali, ma il viaggio è anche la metafora della condizione umana, perciò ci stanno dentro tutti. I pellegrini, i cercatori e anche quelli che fuggono dalla fame e dalla guerra”.

Anche quest’anno i visitatori potranno fruire gratuitamente della visita guidata?
“Sì, certo, questa è nostra caratteristica, la visita guidata è compresa nel prezzo del biglietto. Abbiamo formato 38 giovani, con un percorso artistico, filosofico e teologico. Tra di loro anche due rifugiati, un giovane afgano e un pachistano, che hanno alle spalle un vissuto terribile. Anche per loro questa è un’occasione di lavoro e di promozione sociale. Inoltre, nel raccontare le opere, potranno anche far riferimento alla loro esperienza”. 

Multimedia
Gli amanti e le passioni umane e divine, la nuova mostra di Illegio spiegata da don Alessio Geretti
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