«Passando ai dettagli,
le dirò che sono
nato troppi anni
fa a Fontanelle,
un paese sparso
nell’erba medica
della Bassa Parmense
». Entra così
nel vivo la lettera con cui Giovannino
Guareschi, nel 1964, rispose all’invito
di una professoressa dell’istituto tecnico
di Civitavecchia. I suoi studenti
dell’ultimo anno avevano letto Don
Camillo e Diario Clandestino, si erano
divertiti e anche commossi. Qualcuno
aveva deciso di portarli alla maturità,
con grande meraviglia dello
stesso Guareschi, che scrive: «Nessun
critico e nessuna autorità nel campo
delle Lettere mi ha concesso di essere
scrittore».
Nei libri di scuola i ragazzi non
avevano trovato notizie su di lui, così
la prof gli aveva scritto e Guareschi
non si era fatto pregare. Oggi la lettera
di Giovannino è stata trasformata in
un filmato. Una sorta di autoritratto
sincero e scanzonato con cui si apre
la visita al centro studi di Casa Guareschi,
nell’ex ristorante di famiglia
trasformato in “Mostra permanente
di Giovannino Guareschi, nostro padre”.
Siamo a Roncole Verdi, un borgo
incantato nel cuore del Mondo Piccolo
dove tutto ma proprio tutto, comprese
le insegne delle botteghe e delle osterie,
è Verdi o Guareschi.
Casa Guareschi è in un interno,
quasi attaccata alla casa natale di
Giuseppe Verdi, e ad accoglierci c’è il
figlio Alberto, che l’ha messa in piedi
con infinita dedizione insieme con la
sorella Carlotta, “la pasionaria”. Oggi
continua questo impegno assieme
ai suoi figli, perché Carlotta è morta
nell’ottobre scorso, senza fare in tempo
ad ascoltare le parole di elogio che
papa Francesco, a Firenze, ha pubblicamente
rivolto a Peppone e don Camillo,
i protagonisti della grande saga del
Mondo Piccolo.
«Nostro padre è stato tradotto
in tutte le lingue meno il cinese e
ha venduto 23 milioni di copie nel
mondo, eppure è ancora considerato
“culturalmente scorretto” e il 90% di
chi arriva da noi lo conosce solo per il
successo dei film», ammette Alberto.
E invece bisogna leggerlo per amarlo,
perché Guareschi, giornalista,
vignettista e scrittore, è stato soprattutto
il poeta della Bassa, il luogo
dove «anche i cani hanno un’anima».
Proprio per questo l’iniziativa di Famiglia
Cristiana, che dal 21 aprile
allegherà alla rivista i suoi libri più
belli, è doppiamente preziosa.
A Casa Guareschi, per incontrare il
“papà” di Peppone e don Camillo, arrivano
turisti da tutto il mondo, «i gruppi
no, le guide li portano solo alla casa
del Maestro» e scolaresche dal Nord e
dal Sud, ma «solo le paritarie, a parte
qualche eccezione», spiega Alberto.
L’ingresso è libero. Dopo aver visto
il filmato i visitatori hanno accesso
alla mostra permanente, nella sala
dell’ex ristorante. I grandi pannelli
spiegano tutta la storia del Mondo
Piccolo e dei suoi personaggi, ma
ci sono anche i disegni di Guareschi,
le vignette e persino gli arredi realizzati
con le sue mani, a cominciare
dal grande lampadario costruito con i
manubri di due biciclette.
Al piano superiore la biblioteca a
disposizione degli studiosi – a oggi
sono già state realizzate 140 tesi di laurea
su di lui – e nell’ex cucina l’archivio
e la raccolta della corrispondenza. Qui
sono custoditi cimeli come il tricolore
monarchico e la fisarmonica utilizzata
per la messa in scena della sua Favola
di Natale, durante la prigionia nei campi
di concentramento nazisti.
Guareschi era nato nel 1908 a pochi
chilometri da qui, a Fontanelle, dove
oggi c’è ancora la sua casa natale. La
scuola, dove insegnava la mamma Lia,
che poi diventerà l’indimenticabile
maestra Cristina, è stata trasformata
in un piccolo museo.
Proprio a Fontanelle Guareschi
conobbe il sindaco socialista
Giovanni Faraboli, che ispirò
la figura di Peppone. Lì vicino c’è
Diolo, da dove venivano i bisnonni,
e poi Polesine Parmense, il paese del
“vero” don Camillo, don Ottorino
Davighi. Il Mondo Piccolo, appunto,
«tra il grande fiume e l’appennino»,
con i filari dei pioppi, le strade bianche
sugli argini, la nebbia e il sole che
batte in testa, «dove basta guardare
una casa colonica affogata in mezzo
al granturco e alla canapa e subito
nasce una storia». In questa terra si
muovono don Camillo e Peppone,
i due amici nemici che riescono
sempre a trovare un accordo, non
sul piano ideologico ma su quello
umano. «Mio padre diceva sempre
che erano le due parti del suo cuore
», continua Alberto. «Credo che la
sua, in pieno Dopoguerra, quando
le contrapposizioni erano violente,
sia stata un’intuizione profetica».
Tra i suoi estimatori non solo
papa Francesco, ma anche papa Ratzinger,
«che venne qui quando era
cardinale» e, prima di lui, papa Roncalli.
«Quelle di mio padre sono storie
autentiche», conclude Alberto
Guareschi. «Nei suoi libri c’è verità
perché lui ha parlato di persone vere
e di sentimenti che, mentre scriveva,
stava davvero provando». Quanto al
suo Mondo piccolo, «esiste ancora,
basta andarlo a cercare».
Il piano dell'opera. Tutto don Camillo (e anche Peppone) in otto volumi
Sono otto i volumi della serie dedicataa Giovannino Guareschi che saranno
allegati a Famiglia Cristiana da questo numero. Protagonisti assoluti
Don Camillo e Peppone, nemici
e antagonisti ma galantuomini,
personaggi indimenticabili che ci
restituiscono il sapore dell’Italia genuina
e popolare del Dopoguerra, dove
il conflitto sa trovare un’intesa
nei momenti difficili della vita e gli
avversari si stimano e si rispettano.
Due uomini, un parroco e un sindaco
comunista, che piacciono anche a papa
Francesco, che ha detto: «Mi colpisce
come nelle storie di Guareschi la
preghiera di un buon parroco si unisca
alla evidente vicinanza con la gente».
E allora ecco che la nostra serie
si apre questa settimana con
Don Camillo, uscito nel 1948, il primo
libro della saga di Mondo Piccolo.
A seguire, sul numero 18, Don Camillo
e il suo gregge, del 1953, in cui Peppone
vuole aprire il primo kolkhoz italiano,
sul modello della sua amata Unione
Sovietica. Sul 19 toccherà a un altro
celeberrimo titolo, Il compagno don
Camillo, nel quale il parroco segue
Peppone in una gita-premio in Urss.
Le avventure dei due nemici amici
proseguono con Don Camillo e don
Chichì (FC 20), Don Camillo della Bassa
(FC 21), L’anno di don Camillo (FC 22),
Ciao don Camillo (FC 23). L’ultimo
volume sarà, sul numero 24, Il breviario
di don Camillo, che contiene l’essenza
dello spirito di Guareschi: i sogni,
le speranze, Dio, la televisione, la morte,
la vita, la libertà, la dignità.