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"Il nemico è la mafia non i migranti"

21/03/2019  Le parole del fondatore di "Libera" don Luigi Ciotti a Padova, dove in 50 mila hanno manifestato in occasione della XXIV Giornata Nazionale dell'Impegno e della Memoria delle vittime innocenti della criminalità organizzata.

Il corteo di Libera in Prato della Valle (foto Ansa)
Il corteo di Libera in Prato della Valle (foto Ansa)

In 50 mila, soprattutto studenti, per  manifestare a Padova, con Libera, nella Giornata della memoria delle  vittime della mafia. Un lunghissimo corteo colorato dalle bandiere dell’associazione s’è snodato per le strade del centro della città, con in testa i familiari di chi è caduto sotto i colpi della mafia. Tra di loro c’era don Luigi Ciotti, fondatore di Libera. Dietro di loro, tra gli altri, il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, l'ex presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi e Maurizio Landini, segretario della Cgil. Gli altoparlanti hanno scandito i nomi delle mille vittime innocenti della violenza criminale mafiosa.  Il corteo si è concluso a Prato della Valle, con l'intervento di don Ciotti.

Non a caso, quest’anno, il capoluogo veneto è stato scelto come piazza principale della manifestazione di Libera: i recenti maxi-blitz delle forze dell’ordine, tra cui  quello contro la camorra avvenuto il 19 febbraio scorso nel Veneziano, che ha portato all’arresto di oltre cinquanta persone, tra cui il sindaco del Comune di Eraclea, dimostrano che il Veneto e il Nordest non sono più da tempo isole felici, ma territori dove le mafie non si sono solo infiltrate, ma sono già ben radicate nella terra  che un tempo fu territorio controllato dalla “Mala del Brenta”, di Felice Maniero. E ne hanno preso il posto.

 “Non c’è più regione italiana dove le mafie non siano presenti, pur in forme diverse. Solo che oggi  si sono fatte più reticolari, flessibili,  imprenditrici: magari non sparano più, ma lavorano sottotraccia,  lasciando meno sangue per strada. Ma ciò che preoccupa è il progressivo emergere di un’area grigia, di commistione tra legale e illegale”, ha detto don Ciotti. “Il Veneto è una regione  meravigliosa, con gente meravigliosa, ma che è anche un miele che attrae la malavita.  Anche qui ha finito per radicarsi la mafia.  D’altra parte, Cosa Nostra ha 163 anni e siamo ancora qui a manifestare contro. Perciò, senza dimenticare  l’impegno delle forse dell’ordine e della magistratura da sempre in prima linea e il sacrificio di tantissimi cittadini,  va fatto qualcosa di più da parte della società civile che dev’e “ssere più attenta a questo fenomeno che è tornato forte, anche se sembra meno evidente”. E ancora: “Il nemico non è il migrante, sono le mafie, la corruzione, l’usura, la mancanza del lavoro, le povertà, le insufficienze delle politiche sociali”.

Dal palco allestito a Prato della Valle è intervenuto anche Roberto Montà, il presidente di “Avviso Pubblico”, co-organizzatore della manifestazione padovana. “Le mafie rappresentano una reale minaccia per il nostro paese”, ha affermato. “Questo lo dicono i tanti amministratori e politici indagati e arrestati. Lo dicono i tanti Comuni avviati allo scioglimento. Lo dicono le centinaia di beni confiscati, anche nel Nord Est. Se le mafie sono qui presenti, noi abbiamo bisogno di prenderci un impegno: fare testimonianza, ma la memoria è produttiva nella misura un cui ha la capacità di generare reti di legalità organizzata per contrastare tutti insieme la criminalità. La legalità organizzata ha bisogno di una politica credibile e responsabile, che non cerca il consenso dei mafiosi che sono sui nostri territori”. Avviso Pubblico è il primo firmatario di un appello pubblico contro le mafie a cui nelle settimane scorse hanno aderito anche alcune chiese locali, come le diocesi di Venezia, Vicenza e Padova.

"L'economia di volta in volta si inquina e l'impresa sana finisce per soccombere di fronte all'impresa mafiosa. Il rischio che stiamo correndo e' che le mafie finiscano per governare l'economia". Ha detto il Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho nel corso della manifestazione. "Non comprendere questo e' veramente grave soprattutto ora che le luci si accendono ovunque. Vorrei che gli imprenditori iniziassero a capire che iniziare a segnalare determinati situazioni anomale può consentire alla magistratura e alle forze dell'ordine di intervenire in tempo".
 

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