“Per chi lavora in questo delicato campo campo, per chi denuncia da anni milioni di materiali video pedopornografici, per chi si fa carico di centinaia di vittime della pedofilia, che sia dei chierici o di chiunque altro, questo è una grande vittoria, è un giorno felice. Tutto ciò che avevamo intuito quasi vent’anni fa si sta avverando e noi siamo felici e ringraziamo Papa Francesco per questo dono”. Sono le prime parole di don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente dell’Associazione Meter Onlus, all’indomani dell’emanazione delle norme volute dalla Santa Sede in materia di abusi e pedofilia. “Con queste decisioni siamo davvero arrivati a un punto di non ritorno e a una conferma dei segnali inequivocabili dati dalla Chiesa nell’impegno della tutela delle vittime”.
Il sacerdote siciliano, che da decenni si batte contro la pedofilia e ha messo in piedi nelle parrocchie una rete organizzata di aiuto all’infanzia violata, aggiunge: “L’abolizione del segreto pontificio non è una scelta solo formale, di facciata, ma di sostanza. A parte le questioni canonistiche, che esistono, si tratta comunque di un atto importantissimo: l’accesso a documenti riservati che possono servire per una maggiore conoscenza rispetto a casi d’abuso sono un grande strumento per fare giustizia. E’ un segnale epocale i cui effetti capiremo a lungo termine”. Di Noto osserva ancora: “Queste deliberazioni sono d’importanza vitale per il futuro stresso della Chiesa e della sua credibilità. Ora speriamo che questi passi possano essere d’esempio” per tutti quegli “Stati che non hanno una legge contro la pedopornografia e non hanno definito la fattispecie, come anche l’età del consenso dei minori e il segreto di ufficio (cosa che, dobbiamo dirlo, vige in ogni sistema garantista)”.
Il fondatore di Meter ricorda pure che “questo impegno a fare pulizia dentro la Chiesa a favore delle vittime di abusi è iniziato in modo risoluto da Papa Benedetto XVI. Papa Francesco, pero, ha raccolto il testimone in modo altrettanto deciso. E’ importante sapere anche che dietro il Papa sta una Chiesa che si batte per la giustizia in questo ambito e che ha da tempo intuito la crucialità della questione”.
In una nota dell’associazione Meter, il fondatore ha precisato inoltre: “Le norme ci sono: ora si devono seguire i percorsi per prevenire tali gravi delitti attraverso informazione, formazione e una cultura che ribadisca sempre, in ogni angolo del mondo (cattolico e nelle altre confessioni) e in tutta la società che l’abuso sui minori è un crimine. Da contrastare con ogni mezzo, che superi il silenzio, gli insabbiamenti, le lobby della complicità irresponsabile”.
La dichiarazione si chiude con un ringraziamento: “La Chiesa cammina e questo è già non solo un segnale apparente, ma di sostanza. A riprova del fatto che la Santa Sede ha fatto tesoro delle lacrime di ogni piccola vittima di abusi da parte di sacerdoti indegni di essere definiti tali. E di questo vogliamo ringraziare il Papa, per le parole chiare divenute legge: è il suo regalo di compleanno per noi”.