Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 16 maggio 2025
 
la sentenza
 

Don Diana fu diffamato, editore condannato dopo 21 anni

08/01/2025  Nel 2003, a nove anni dall'omicidio, il Corriere di Caserta definì il sacerdote camorrista. Seppur oltremodo tardiva, la sentenza chiarisce "la portata tendenziosa e diffamante" di alcuni titoli, segnando un importante punto di svolta

Il Tribunale casertano di Santa Maria Capua Vetere ha condannato la Libra Editrice, editrice dei quotidiani Cronache di Caserta e Cronache di Napoli, per avere diffamato don Peppe Diana, il prete ucciso dalla camorra a Casal di Principe il 19 marzo 1994. Nel 2003, infatti, a nove anni dall’omicidio, il Corriere di Caserta definì il sacerdote camorrista e custode delle armi della criminalità casalese. Il 28 marzo 2003 sulla prima pagina del quotidiano campeggiava infatti il titolo Don Peppe Diana era un camorrista, mentre un articolo interno virgolettava Don Diana custodiva le armi della camorra.
All’epoca la madre e il padre di don Peppe, Iolanda Di Tella e Gennaro Diana, presentarono subito denuncia ma la condanna è arrivata solo a distanza di 21 anni, peraltro dopo la morte di entrambi i genitori. «L'espediente - scrivono ora i giudici nella sentenza - di riportare nell'articolo le dichiarazioni rese dagli avvocati degli imputati nel processo per l'omicidio del Sacerdote appare un maldestro tentativo di camuffare la portata tendenziosa e diffamante delle frasi utilizzate dalla giornalista» che scrisse l'articolo, anche lei condannata.
La diffamazione del 2003 fu preceduta da ulteriori articoli dello stesso tenore, come ricostruisce anche Roberto Saviano sul Corriere della Sera di oggi, e per altro a Casal di Principe le insinuazioni sul sacerdote – dalle relazioni con le donne alla complicità con i clan, appunto – cominciarono a diffondersi fin da subito dopo il funerale. Voci puntualmente smentite dagli inquirenti: in secondo grado e poi in Cassazione i giudici esclusero i moventi passionali e confermarono quelli camorristici.
Seppur oltremodo tardiva, ora la sentenza contro la Libra Editrice rappresenta un ulteriore punto di svolta e i fratelli del sacerdote, Emilio e Marisa, dovranno essere risarciti con 100 mila euro.

Nella foto: don Giuseppe Diana, ucciso dalla camorra a 35 anni, nel 1994, mentre si apprestava a celebrare Messa nella sua parocchia di San Nicola a Casal di Principe (Caserta).

WhatsApp logo
Segui il nostro canale WhatsApp
Notizie di valore, nessuno spam.
ISCRIVITI
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo