Di sè don Camillo diceva: «Sono un povero prete di campagna che conosce i suoi parrocchiani uno per uno, li ama, che ne sa i dolori e le gioie, che soffre e sa ridere con loro». Bergoglio ripete di continuo:. «Io faccio il parroco, mi piace».
Nel paesino di Brescello, provincia di Reggio Emilia, dove sono stati girati diversi film della serie Don Camillo e Peppone, don Evandro Gherardi, parroco di San Genesio, sorride: «Il paragone tra i due ci sta, certo, anche se ... ».
Don Evandro Gherardi e la statua di don Camillo.
Cosa non la convince? «Dai libri di Giovannino Guareschi emerge un don Camillo dal carattere un po' rissoso; era un uomo di confronto, talvolta pure di scontro. Con Peppone battagliava di continuo, anche se se poi, sotto sotto, si volevano bene. In papa Francesco, invece, vedo un uomo di grande dialogo, di tolleranza profonda, un vero apostolo della misericordia ».
E le analogie tra i due quali sono? «La vicinanza concreta alle persone, come fa il Papa che attraverso gesti nuovi, che vanno oltre il protocollo, si fa prossimo ai fratelli più sfortunati. Penso all’episodio di don Camillo quando aiuta la sua gente colpita dall’alluvione o quando fa da mediatore, assieme a Peppone, tra due famiglie di orientamento politico opposto i cui figli si sposano».
SE DOVESSE PARAGONARE PAPA FRANCESCO A UN PERSONAGGIO DELLA LETTERATURA O DEL CINEMA CHI SCEGLIEREBBE?
Don Evandro Gherardi.
Un Papa parroco, insomma...«Con il suo stile di vicinanza, Bergoglio sta facendo emergere alcuni problemi pastorali, penso alle famiglie irregolari o alla situazione dei divorziati risposati,che negli anni scorsi vivevano quasi in “clandestinità”», dice don Evandro.«Eravamo a contatto con queste persone,ma non sempre l’istituzione Chiesa ci appoggiava per essere accoglienti con loro.Oggi, da parroco, mi sento rinfrancato e anche un po’ incoraggiato».