Paolo Vizzacchero con don Gabriele Amorth
di Paolo Vizzacchero (ha collaborato Letizia Stoppoloni)
Il 16 settembre 2016 tornava alla Casa del Padre il caro padre Gabriele Amorth, sacerdote della Società San Paolo che per ben 31 anni esercitò egregiamente il suo ministero di esorcista nella diocesi di Roma. I sentimenti di amicizia, che mi hanno legato profondamente a lui nel mio cammino personale e di fede e come suo ausiliare durante le preghiere di esorcismo, sono rimasti immutati anche se la sua mancanza si fa inevitabilmente sentire! Tanti, insieme a me, lo ricordano ancora e sempre con affetto e stima e rimpiangono i suoi interventi autorevoli e i suoi insegnamenti illuminanti in materia di combattimento spirituale.
Bisogna comunque ammettere che per qualcuno fu anche un personaggio un po’ scomodo, soprattutto quando si confrontava con qualche scettico riguardo all’esistenza del maligno e alla sua azione concreta per separarci da Dio. Grazie alla sua lunga esperienza di esorcista possiamo presupporre che ne sapesse una più del diavolo perché lo combatteva ogni giorno, cercando di strappargli tante vittime cadute nelle sue reti. Molte persone disperate si rivolgevano a lui dopo aver tentato cure di ogni genere e scoprivano che, attraverso i suoi esorcismi, il Signore li stava finalmente guarendo dalle loro infermità spirituali e corporali.
Di certo la liberazione non avviene per magia, ma impone un processo serio di revisione della propria vita e un impegno imprescindibile di conversione. Con la sua proverbiale chiarezza e franchezza padre Amorth ribadiva che a nulla valeva la preghiera di esorcismo senza questa consapevolezza. Per scuotere le coscienze addormentate, annunciava fermamente la parola di Dio, riconoscendo che è «viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio» (Eb 4,12).
Molto spesso, durante le sue catechesi, si infervorava e invitava tutti a stare lontano dal peccato e dalle seduzioni del principe di questo mondo che mira implacabilmente a farci dannare. Ma ci rassicurava anche che nulla può per chi vive in grazia di Dio. Il salmo 144,4 ci ricorda: «L’uomo è come un soffio, i suoi giorni come l’ombra che passa...». A, allora, perché rischiare di perdere la nostra anima, rimandando l’incontro con l’abbraccio misericordioso del padre che in ogni momento è disposto ad accoglierci e perdonarci attraverso il sacramento della confessione?
Padre Gabriele si raccomandava di prepararla accuratamente perché la considerava più potente di un esorcismo. Quanti preziosi consigli ci ha donato per camminare sulla retta via, rappresentando una guida spirituale per tutti noi! Sempre più vane e nocive sono le parole che affollano le nostre giornate e falsi tutti quei profeti che tentano di sviarci con le loro favole. È raro sentire una voce fuori dal coro che ci sproni ad affrontare quotidianamente la buona battaglia, combattuta tra il rifiuto categorico del male e l’adesione piena al bene, costi anche il prezzo dell’impopolarità. Per questo dovremmo imparare tutti dal buon Amorth che riuscì, con umiltà, ad affrontare le immancabili contrarietà e tribolazioni del suo apostolato e del suo ministero di esorcista, spendendo la sua vita per operare esclusivamente il bene.
E pensare che lui si rammaricava di non farne mai abbastanza! Nella sua missione giocò un ruolo determinante la Vergine Maria che lo accompagnò, passo dopo passo, nella vita e nel suo sacerdozio. Lei, fortezza inespugnabile, lo protesse maternamente nella sua lotta, vis à vis, contro l’antico avversario. Fu padre Gabriele a invitare tutti a consacrarsi a Lei come fece sua mamma per lui ancor prima che nascesse. Durante un esorcismo fu proprio satana che gli rivelò, per bocca di un povero posseduto, che non poteva fare nulla contro di lui grazie a questa speciale protezione. D’altronde chi più di Maria, alla quale siamo stati affidati tutti come figli da suo Figlio sotto la croce, può difenderci dal maligno e condurci a Gesù?
Di questo dono di amore e di abnegazione dovremmo esserne perennemente grati e pronunciare il nostro “fiat”per adempiere in pieno la volontà del Padre come fu per Lei, per i santi e per lo stesso padre Amorth. Proprio lui, se fosse ancora in vita, ci esorterebbe a scegliere sempre la porta stretta, dalla quale è così difficile entrare ma è la sola via di accesso al paradiso, dove ci aspetta tutti e con la sua squisita gentilezza ci riserverà di sicuro un sorriso di benvenuto e l’abbraccio caloroso di un vero padre!
Paolo Vizzacchero (ha collaborato Letizia Stoppoloni)
Paolo Vizzacchero è autore di due libri su Don Amorth:
- Padre Gabriele Amorth. L'ultimo partigiano di Dio
- Padre Gabriele Amorth. Un amico in paradiso