Dopo la revoca di tutti gli incarichi pastorali e il divieto di predicare in pubblico, l’arcidiocesi di Trento ha chiesto a don Gino Flaim, il sacerdote finito nella bufera per le sue dichiarazioni sulla pedofilia, di lasciare la canonica della chiesa di San Pio X a Trento, dove abita, entro venerdì prossimo. Don Flaim ha accettato la decisione e ha fatto sapere che andrà a vivere all’estero. «Non sappiamo dove e per quanto tempo, questa è una decisione che spetta a lui», spiega a Famiglia Cristiana Piergiorgio Franceschini, direttore dell’ufficio stampa diocesano. Questo, in sostanza, il risultato dell’incontro, durato circa mezz’ora, tra l’arcivescovo monsignor Luigi Bressan e il sacerdote, avvenuto mercoledì intorno alle 13 dopo le polemiche dei giorni scorsi. «È una vicenda che ha creato imbarazzo e sofferenza in tutta la comunità», spiega Franceschini, «la diocesi ha reagito immediatamente con la revoca di tutti gli incarichi a don Gino».
Il sacerdote prestava servizio come collaboratore nella parrocchia San Pio X che insieme a quella di San Giuseppe (le due chiese sono distanti circa 200 metri l’una dall’altra) è retta da un unico parroco. Sull’incontro con monsignor Bressan, Franceschini non dice nulla: «Si è trattato di un incontro strettamente privato, l’arcivescovo preferisce non dire nulla».
L’intervista a don Flaim, fatta dalla giornalista de La 7, è nata in maniera del tutto casuale. «La cronista», spiega Franceschini, «era venuta a Trento per raccogliere notizia sull’attività del convento di padre Venturini che accoglie preti in difficoltà. Poi si era rivolta al sottoscritto ma essendo il convento dei padri una Congregazione di diritto pontificio, quindi giuridicamente autonoma, la diocesi non poteva dire nulla. Poi la giornalista ha cercato, credo, di intervistare qualche prete e don Gino Flaim ha rilasciato quelle dichiarazioni». In Curia, infine, non sono arrivate proteste da parte dei parrocchiani. «Tutta la comunità è sotto choc», conclude Franceschini.