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mercoledì 06 dicembre 2023
 
 

Don Marco Brunetti è il nuovo vescovo di Alba

21/01/2016  E' nato nel 1962 a Nichelino, alle porte di Torino. E' il terzo sacerdote torinese ad essere nominato vescovo in meno di due anni.

Sopra: don Marco Brunetti (primo a sinistra). In alto: don Marco Brunetti con l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia.
Sopra: don Marco Brunetti (primo a sinistra). In alto: don Marco Brunetti con l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia.

E' stata e per molti profili ancora è la terra del tessile, del dolce (con la Ferrero) e della stampa cattolica (grazie al beato don Giacomo Alberione e alle sue opere, Famiglia Cristiana, in primo luogo). La diocesi di Alba, in Piemonte, ha un nuovo vescovo. E' don Marco Brunetti, classe 1962, da vent'anni alla guida dell'Ufficio della pastorale della salute della diocesi di Torino. Dopo le nomine di monsignor Piero Del Bosco a Cuneo e di monsignor Marco Arnolfo a Vercelli, Brunetti è  il terzo vescovo scelto tra le file del clero torinese in meno di due anni. «Esprimiamo dal profondo del cuore il più vivo grazie al Santo Padre per questo ulteriore segno di stima» ha commentato monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo del capoluogo piemontese, nell'annunciare la nuova nomina. «Durante il suo lungo impegno nella pastorale della Salute» ha poi ricordato «don Marco ha sviluppato un lavoro di grande qualità e significato nel campo della sanità pubblica e cattolica presente in Diocesi e sul piano della formazione, del servizio dei cappellani e del volontariato». Da ricordare anche «l'assiduo e fraterno servizio svolto verso i presbiteri delle Case diocesane di accoglienza e dei presbiteri anziani: un’esperienza che sono certo gli sarà molto utile nella nuova Diocesi».

Originario di Nichelino, piccolo comune alle porte di Torino, don Brunetti (tra poco monsignore) è sacerdote dal 1987. Accanto all'impegno con i malati, ha operato come parroco in due comunità della periferia. Molti lo ricordano per l'umiltà e la capacità di ascolto. La nomina a vescovo lo ha colto di sopresa. «Non me l'aspettavo» ha commentato durante una breve conferenza stampa negli uffici della curia subalpina. «ma naturalmente mi metto a disposizione, cercando di far tesoro delle esperienze maturate finora, e sono desideroso di conoscere la nuova comunità, in quello spirito di reciproca accoglienza che papa Francesco, pastore buono, ci insegna».

Tante sono le sfide che lo attendono. Alba, cittadina nel cuore delle Langhe, nota ben oltre i confini del Piemonte soprattutto per l'eccellenza dei suoi prodotti alimentari (dal vino ai tartufi e alle nocciole) è una realtà complessa. Terra laboriosa, erede di una grande tradizione (anche sul piano spirituale) si trova oggi a fare i conti con nuovi sistemi economici e industriali, ma anche con la necessità di accogliere e integrare chi arriva da lontano.

L'ingresso ufficiale ad Alba avverrà nei prossimi mesi. Dopo le dimissioni, per motivi di salute, di monsignor Giacomo Lanzetti (nominato nel 2010 da Benedetto XVI) attualmente la diocesi era retta da monsignor Francesco Ravinale, vescovo di Asti, che operava in qualità di amministratore apostolico.  

 

 

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