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martedì 25 marzo 2025
 
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Don Mazzi: «Quello che Olmi insegna a noi preti distratti»

08/05/2018  Il commento di don Mazzi nato dalla visione del film Il villaggio di cartone di Ermanno Olmi: «Dice il regista: La Chiesa è casa senza domande. Se non apri la casa reale e mistica all’umanità debole e delusa, non arriverai a niente. Frasi simili una volta le predicavano i preti dal pulpito...»

È straordinario sentire che Ermanno Olmi a ottant’anni vuole cambiare il mondo nel modo più semplice e rivoluzionario: con l’apologo del Villaggio di cartone, film nato nei settanta giorni di immobilità causati da una caduta. «Ho capito che c’è una sola cosa da fare oggi: cambiare il mondo. Ma, prima di tutto, dobbiamo cambiare noi stessi. C’è in giro troppo disagio, troppe differenze, troppa vergogna, troppe cose inutili».

Frasi simili una volta le predicavano i preti dal pulpito o il direttore degli esercizi spirituali, dopo una settimana di silenzio, preghiere e confessioni. Cambiamenti, onestà, giustizia erano valori cosiddetti cattolici. Ora cosa sta accadendo? Presi dalla fabbrica dei templi e dalla chiarezza dei conti, abbiamo smarrito la profezia tra le pieghe del breviario. Doveva essere Olmi, bloccato in carrozzina, a parlarci di nomi di cartone, di una società di cartone, di un potere di cartone. E non contento, sempre Olmi, dice che ci salverà l’Africa, perché l’Africa è il futuro. E se non sarà così perderemo tutti, futuro compreso. «Penso che per guarire da questo nostro presente si debba far ritorno alla terra natale. Dove è cominciata la vita? Sarà l’Africa a salvarci e non il contrario. Ho ottant’anni e mi chiedo che futuro mi resti. Non futuro temporale, quello che si misura con l’orologio e con il calendario. Quello del cuore, del sentimento, per cui un istante può valere un’eternità».

Non voglio tralasciare altri risvolti legati alla “chiesa di cartone” e, già in parte, cinematograficamente descritti in Centochiodi. Cosa significa che i cattolici devono ricordarsi di essere cristiani? Quale carità salverà la fede e quale fede salverà l’uomo?

Un vecchio parroco disilluso sta nella sua chiesa di paese che va in rottamazione. Si ritrova, come uomo e come prete, il giorno che apre questa chiesa rottamata all’umanità. Dice Olmi: «La chiesa è casa senza domande. Se non apri la casa reale e mistica all’umanità debole e delusa, non arriverai a niente. C’è salvezza se sapremo inginocchiarci davanti ai migranti più che davanti al Crocifisso».

Vorrei aggiungere, a completamento, che il Cristo Crocifisso è vero, nel momento in cui ti porta al sofferente e al povero. Abbiamo solo questo mezzo per lodare Dio. Lui l’ha fatto davanti a noi, il giorno in cui, crocifisso, nudo e insanguinato, ha detto a sua madre: «Ecco tuo figlio». E a Giovanni: «Ecco tua madre». È cominciata qui la rivoluzione cristiana!

(Originariamento pubblicato su Famiglia Cristiana 47, 2011)

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