Il 12,13 e 16 dicembre la Compagnia Teatri Reagenti in collaborazione con ACLI Vimercate con il sostegno di Comune di Milano – bando Milano è Viva nei quartieri porterà in scena La parola fa eguali spettacolo sulla vita e il pensiero di Don Lorenzo Milani, testo e regia Massimo Donati. Si tratta di un monologo interpretato da Eva Martucci, nato un po’ per caso per stessa ammissione dell’autore prima della pandemia da uno spunto di Acli Vimercate che chiedeva se la compagnia avesse in cantiere qualcosa su don Lorenzo Milani. Lo spettacolo, unendo parole e immagini, compreso uno stralcio dell’unico filmato esistente girato a Barbiana, prova a dare un’idea della figura di don Milani, senza pretesa di esaustività, cercando di coglierne lo spirito da una riscrittura che mette insieme spunti da fonti diverse, che con l’autore abbiamo provato a ricostruire. «Non sapevo molto di lui, all’inizio ho cominciato a leggere a partire dalla base da Lettera a una professoressa, poi sono passato alla Lettera ai cappellani militari, per poi affidarmi alle testimonianze dei ragazzi della sua scuola attraverso il libro biografico L’esilio di Barbiana di Michele Gesualdi (San Paolo) e La parola fa eguali (Lef), una raccolta di scritti a sua cura, infine a Esperienze pastorali, anche se ho messo al centro soprattutto la sua figura di maestro, la sua idea di scuola aperta a tutti, perché mi era stato chiesto un testo che inizialmente parlasse a dei bambini e ragazzini da scuola primaria e secondaria di primo grado, anche se poi il risultato finale trova il suo pubblico ideale tra studenti un poco più maturi di scuola media inferiore e superiore, senza escludere in alcun modo gli adulti che si vogliano avvicinare».
Il punto di vista del monologo è insolito e curioso: don Milani è raccontato attraverso lo sguardo di tre donne, della cui voce in realtà abbiamo soltanto testimonianze riportate, non scritti: Eda Pelagatti, che sarebbe riduttivo definire una “perpetua”, come usava allora, e che per don Lorenzo è stata quasi una sorella maggiore che con la madre di lei Giulia “la nonna” lo ha seguito da san Donato a Calenzano a Barbiana. Alice Weiss la madre ebrea agnostica di don Lorenzo, della cui voce si hanno rari documenti, tra questi una lunga intervista concessa a padre Nazareno Fabbretti, ma di cui tanto emerge per così dire in controluce dalle lettere scritte a lei da don Lorenzo. Infine “la Carla”, Carla Carotti, una delle due ragazze di Barbiana che don Milani mandò come i maschi a studiare l’inglese in Inghilterra. Siamo negli anni Sessanta e un po’ questo solo episodio dà l’idea di quanto avanti vedesse quel sacerdote dalla penna urticante esiliato nel Mugello.
«La voce delle tre donne», spiega Donati, viene fuori indiretta dalle testimonianze, mi incuriosiva il fatto che la sua figura emergesse attraverso di loro». Non sarà alla lettera probabilmente, ma per una giustapposizione di suggestioni. L’importante è che scatti la scintilla della curiosità, da cui poi partire per andare a fondo.
Lo spettacolo sarà in scena con ingresso gratuito lunedì 12 dicembre al Cineteatro Maria Regina Pacis, Milano - Gallaratese; martedì 13 dicembre | Casa della Carità, Milano - Adriano; venerdì 16 dicembre | Villa Scheibler, Milano – Quarto Oggiaro.