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domenica 13 ottobre 2024
 
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Don Patricello: «Quel rogo tossico una seconda chiamata del Signore»

20/06/2015  «L’enciclica del Papa mi ha commosso perché parla di noi», dice don Maurizio Patriciello, icona del popolo della “terra dei fuochi” tra Napoli e Caserta. «Qui si è avvelenato il suolo in maniera criminale e ora la gente continua a morire»

La discarica clandestina di rifiuti chimici scoperta nell'area ex Pozzi di Calvi Risorta (Caserta)
La discarica clandestina di rifiuti chimici scoperta nell'area ex Pozzi di Calvi Risorta (Caserta)

Una notte di giugno di tre anni fa. Don Maurizio Patriciello cerca di dormire. Fa caldo, la finestra è aperta. Ad un tratto entra un’ondata di fumo puzzolente che arriva dall’ennesimo rogo di rifiuti. Si sveglia di soprassalto. «Guardo il Crocifisso e dico: “Signore, cosa mi stai chiedendo? Da dove devo cominciare? Ebbi la sensazione di una nuova chiamata e tutto quello che è successo dopo è merito Suo”».
Tutto quello che è successo dopo è il calvario infinito di un popolo che dopo essere stato avvelenato ora continua a morire nella “terra dei fuochi”, tra Napoli e Caserta, riempita di veleni nell’indifferenza di molti e grazie alle connivenze criminali svelate dopo anni da Carmine Schiavone, cugino del boss Sandokan, il primo pentito del clan dei casalesi. Qui i rifiuti industriali sono stati tombati per anni nel sottosuolo mentre in superficie si continuava a coltivare. Poi sono arrivati i roghi tossici, altra modalità criminale di sbarazzarsi dei rifiuti, che hanno risvegliato la coscienza collettiva se non altro perché si vedevano e sentivano. Don Maurizio, parroco di Caivano dove in questi giorni si sta girando la serie Tv Gomorra 2, è diventato l’icona di questo popolo martoriato. «L’enciclica del Papa mi ha commosso perché parla di noi», dice, «mi ha colpito la capacità di Francesco di guardare il problema nella sua globalità ed essenza. Distruggere il creato è antiumano».

Don  Maurizio è reduce dagli scavi a Calvi Risorta, nell’alto Casertano, considerata un’isola felice. E invece nell'area ex Pozzi Ginori hanno trovato una discarica illegale di rifiuti chimici tra le più grandi d’Europa: «Circa due milioni di metri cubi di rifiuti industriali interrati per 9 metri di profondità su un terreno di 25 ettari», spiega don Maurizio che ha assistito agli scavi, «l’ultimo metro di terra l’hanno ricoperto di terra per coltivare i pomodorini. Pazzesco. Mentre le ruspe portavano via i bidoni a distanza di così tanti anni emanavano ancora un fetore che faceva lacrimare gli occhi. eppure c’è ancora chi minimizza.
Uno degli esperti inviati dalla Procura diceva che non erano rifiuti tossici, che quando sono stati interrati non era reato e che non bisogna creare allarmismi inutili». Un mese fa è stato approvata la legge sugli ecoreati: «Era il minimo che si potesse fare, i vescovi campani hanno lanciato un appello per sollecitare il Parlamento a far presto».  
Finché non sono arrivati i processi nelle aule di giustizia, don Maurizio e i vari comitati temevano di essere denunciati per procurato allarme. «Grazie alle rivelazioni di Schiavone sono stati desecretati gli atti che erano lì da 17 anni. Perché è passato tanto tempo?», si chiede. Il dramma purtroppo continua. «L’ultimo funerale che ho celebrato era di una mamma di 42 anni malata di cancro», dice, «un medico di Caivano, Luigi Costanzo, mi ha dato un dato: dal 2008 al 2012 nel mio distretto le richieste di esenzione ticket a cui si ha diritto quando ci si ammala di tumore sono aumentate del 300 per cento. Ma se vai a dire queste cose in un convegno dicono che non sono dati scientifici».

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