di Naike Monique Borgo e Chiara Pelizzoni
Erano in tanti ed erano contenti. Duecentocinquanta giovani da cinque zone diverse della Diocesi di Vicenza si sono messi in cammino alle 4.30 di sabato 30 settembre per partecipare al pellegrinaggio notturno al Santuario mariano di Monte Berico organizzato dal Servizio di pastorale giovanile diocesano. Don Riccardo Pincerato, fresco di nomina, a responsabile del Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile della Cei, era lì con loro, in mezzo a loro, insieme per ringraziare Dio delle tante significative esperienze estive e affidare alla protezione della Madonna il nuovo anno pastorale.
Don Riccardo, come ha reagito alla nomina?
«In questi giorni una delle cose che mi vengono in mente è l'incontro tra l'angelo Gabriele e Maria, l'Annunciazione. È un’immagine che mi ha accompagnato da quando sono diventato prete. L'angelo Gabriele che va incontro a Maria e le dice prima di tutto “Rallegrati piena di Grazia, il Signore è con te”. Mi è venuta spesso in mente Maria, perché anche a lei è stato fatto un annuncio importante. Immagino che sia rimasta frastornata dinnanzi a quell'annuncio e che abbia dovuto prendersi del tempo, anche se era annuncio di gioia, “rallegrati” perché siamo amati da sempre e per sempre. Ecco, anche se l'annuncio è stato un annuncio importante anche per me, e lo sento gravoso, impegnativo e pieno di attese, altrettanto è l'affetto che ho sentito in questi giorni da parte del presbiterio diocesano e della gente. Mi sento accompagnato e amato».
Qual è il suo desiderio per i giovani di Vicenza e per quelli che incontrerà?
«Il desiderio è che possano trovare nella Chiesa un luogo accogliente in cui sentirsi visti, stimati e accompagnati. Il sogno è che diventino consapevoli che, nella loro vita, hanno già il Vangelo, la loro vita è già presenza bella di Gesù e che questa loro energia possa essere espressa per far esplodere all'interno delle nostre comunità ciò che diciamo loro (di essere protagonisti, di essere amati). Perché sentano la bellezza della vita e trovino qualcuno che possa riconoscere questa bellezza che non è solo caos, ma è vivacità. Insomma energia bella. Se penso alla comunità di Piazzola sul Brenta, dove sono stato sei anni da vice parroco, il desiderio per i giovani era che potessero sentirsi amati e che lo percepissero anche se la vita a volte può presentare una marea di sfide, ma anche di possibilità. Il sogno è che possano vivere a pieni i polmoni».
Ha un sogno per la Chiesa?
«Che sia una comunità, come dice la pedagogista Chiara Scardicchio, di “adulti ricercatori”; ovvero una rete di adulti capaci di cercare il bello dei nostri giovani, in grado con loro di progettare nuovi luoghi, nuovi spazi, nuovi percorsi e nuovi cammini».