«Noi che viviamo al Sud, immersi
in tante difficoltà, abbiamo imparato
in questi anni da papa Francesco
a vedere i problemi come sfide e
non come ostacoli». Don Pino De
Masi, vicario generale della diocesi
di Oppido-Palmi e referente di Libera
per la Piana di Gioia Tauro, pensa «al
discorso sulla mafia e sulla mafiosità
dei comportamenti, a una maniera
più problematica di essere Chiesa. In
questo, con il suo modo di relazionarsi,
papa Francesco ci ha insegnato ad
accettare la sfida, a vedere le difficoltà
non come ostacoli, ma come marcia in
più per il cambiamento. Di fronte ai tanti
problemi all’interno e all’esterno della
Chiesa ci si scoraggia, invece il suo stile
semplice ci sprona ad andare avanti.
Così come l’insistenza a costruire
ponti e non muri, a vivere la strada
e il territorio sono un modo di essere
Chiesa che al Sud dà molta speranza».
In particolare don De Masi sottolinea
il «discorso nella Piana di Sibari e la
scelta di pregare insieme con i familiari
delle vittime di mafia nel marzo
del 2014: questi due segni credo che
siano stati molto importanti e hanno
contribuito a dare una sveglia alle
Chiese del Sud. Così come sono
importanti per noi le continue
insistenze sulla corruzione e l’invito
a superarla». Ma don Pino pensa anche
al Concilio e alla «ripresa che ha fatto
questo Papa della logica della Chiesa-popolo
di Dio, in cui si vive in
comunione e dove la gerarchia si
riconosce soprattutto nel servizio.
In questi anni è riemersa la Chiesa
sinodale, la Chiesa comunione,
la Chiesa attenta ai poveri», una
Chiesa in cui «la finanza sia vista come
strumento per rapporti di carità
e di fraternità e non come mezzo
di arricchimento o di corruzione».