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domenica 20 aprile 2025
 
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«L’episodio dell’oratorio di Seregno frutto di un clima generale che chiama in causa tutti»

22/06/2023  La riflessione di don Samuele Marelli dopo l’aggressione, durante una partita di calcio under 9, a un 44enne dirigente della squadra giovanile “San Giovanni Paolo II” dell'oratorio Sant'Ambrogio che ha perso il rene: «Anche per rispetto di chi è rimasto gravemente ferito non possiamo sprecare questa occasione per comprendere che dobbiamo sentirci tutti, un po’ responsabili, non certo dell’atto singolo, ma del clima che lo ha generato»

«Ho sentito al telefono la moglie della persona aggredita domenica scorsa. Non è più in pericolo di vita, è uscito dalla terapia intensiva ma fa molta fatica a parlare. È dirigente e viceallenatore della squadra giovanile San Giovanni Paolo II. Gli ci vorrà del tempo per riprendersi».

Don Samuele Marelli è il responsabile degli oratori e della pastorale giovanile di Seregno, città di cinquantamila abitanti nella Bassa Brianza, nonché consulente ecclesiastico delle tre società sportive della città, ASD Polis SGP2, ASD San Rocco, ASD Santa Valeria, che hanno in totale novecento tesserati.

«Si tratta di una realtà imponente e ben ramificata, facciamo moltissime attività, mi dispiace molto per quello che è accaduto», dice.

Domenica scorsa, sulle gradinate del campo da calcio dell'oratorio Polisportiva Sant'Ambrogio di Seregno era in corso l'incontro della categoria under 9 valida per il torneo Polis Cup tra le Asd Polis San Giovanni Paolo II e San Carlo Lions di Muggiò. Nel corso della partita l’uomo aggredito, un 44enne, accortosi che si stavano scaldando gli animi dei genitori delle due squadre, è salito sugli spalti per cercare di riportare la situazione alla calma ma, improvvisamente, ha ricevuto un forte calcio alle spalle da qualcuno che l'ha colpito lateralmente sul busto. Calmatasi la situazione, il 44enne è rincasato con la moglie - anche lei presente all'evento - ma poco dopo, nel corso della serata, all'acuirsi del dolore, ha deciso andare al pronto soccorso dell'ospedale di Desio dove, a causa delle lesioni interne riportate, ha subito l'asportazione del rene sinistro.

I carabinieri di Seregno hanno denunciato un 47enne residente a Muggiò, incensurato, che ora è indagato per i reati di rissa e lesioni personali gravissime. Le indagini, consistite nell'analisi delle informazioni raccolte dai testimoni, hanno in breve tempo permesso di ricostruire i fatti e risalire all’identità dell’aggressore.

Don Samuele non era presente all’episodio: «Curiosamente», racconta, «mentre era in corso la partita in oratorio noi eravamo allo stadio comunale di Seregno per giocare il torneo dell’accoglienza dove abbiamo inviato una squadra di ragazzi palestinesi rilanciando il vero messaggio dello sport. Come ho scritto anche in un comunicato, la tentazione, in questi casi, è sempre quello di prendere semplicemente le distanze dai comportamenti violenti di altri. Sia ben chiaro, ci sono delle responsabilità personali che andranno accertate e la giustizia farà il suo corso. Ma non si può pensare che tutto si esaurisca con una caccia all’uomo. Non si tratta semplicemente di isolare i cattivi dal resto dei buoni. Neppure si deve cedere alla tentazione di pensare che esistano società sportive impeccabili e altre malate, così come genitori sempre corretti e altri delinquenti. La questione è davvero più complessa e merita l’attenzione e l’impegno di tutti noi. C’è davvero bisogno che tutti ci sentiamo chiamati in causa sul nostro modo di educare i ragazzi attraverso lo sport».

Marelli, che è stato per nove anni presidente della FOM (Federazione oratori milanesi), ricorda che al Grest di Seregno ci sono duemila iscritti tra ragazzi e animatori: «Non bisogna sottovalutare quello che è accaduto», spiega, «ma neanche pensare che questo episodio spiacevole intacchi una realtà operosa e viva. I fatti gravi di questi giorni non vengono purtroppo dal nulla ma costituiscono il tragico epilogo di un clima generale di cui tutti dobbiamo sentirci responsabili, ciascuno per quello che compete al suo ruolo. Dobbiamo fare di più e meglio perché si comprenda che lo sport è uno strumento educativo e non può diventare un pretesto per la violenza. Anche per rispetto di chi è rimasto gravemente ferito nel terribile episodio non possiamo sprecare questa occasione per comprendere che dobbiamo sentirci tutti, un po’ responsabili, non certo dell’atto singolo, ma del clima che lo ha generato».

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