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Don Sciortino: Cari politici, non dite mai "Armare la pace"

03/07/2013  La lettera di un lettore su un'espressione usata dal ministro della Difesa, la risposta del direttore di Famiglia Cristiana.

Sono un assiduo lettore e le scrivo perché sono sconcertato dalla decisione dell’attuale maggioranza sull’acquisto degli F-35. In questa grave crisi dove mancano i soldi per il lavoro dei giovani e per le famiglie, non condivido l’atteggiamento del ministro della Difesa e del Governo. Rivolgo un invito al nostro giornale, sempre sensibile a iniziative del genere, per invitare i cittadini a una ferma protesta, chiedendo al Governo di destinare i fondi previsti per l’acquisto degli F-35 per risolvere i problemi urgenti e inderogabili del Paese. Per quanto mi riguarda, non darò mai più il mio voto a partiti che sostengono iniziative molto discutibili.

Fabian F. A

Credo sarà rimasto anche lei sorpreso nel vedere la palese soddisfazione con cui il ministro della Difesa ha accolto la decisione, nei fatti, di non bloccare l’acquisto degli F-35. Dispiace già molto vedere un esponente del mondo cattolico, ergersi a difensore di una spesa che non solo è eticamente criticabile, ma in tempi di crisi suona anche come una beffa per famiglie in difficoltà, e per chi ha problemi ad arrivare a fine del mese. Ma, ancor più, mi ha ferito l’incredibile è infelicissima frase con cui ha voluto difendere una scelta indifendibile: «Per amare la pace, armare la pace». Quanto ci siamo allontanati dal Vangelo!
Umberto B - Padova

Quando non si vuole affrontare un problema si adotta la tattica del rinvio, con motivazioni ambigue che possono essere interpretate in modo differente e contrastante. Così è avvenuto per la questione degli F-35, cacciabombardieri di cui nel Paese alle prese con problemi ben più seri e urgenti, non si sente alcun bisogno. Né bastano le accalorate parole del cattolicissimo ministro della Difesa a giusticare una spesa assurda, su cui i Governi di altre nazioni hanno innestato una vigorosa marcia indietro. In più, il ministro se n’è uscito con una penosa espressione, che rischia di segnarlo a vita come, per analogia, è avvenuto per la contestualizzazione della bestemmia. La pace non può, in alcun modo, essere armata. Su questa strada scivolosa si rischia di giustificare anche una politica guerrafondaia. Sugli F-35, ma anche su tutto il sistema di difesa, è necessario aprire un dibattito pubblico, alla luce dei princìpi della Costituzione e della sensibilità pacifica prevalente nel Paese. A maggior ragione in un momento di crisi e scarsità di risorse da destinare alle famiglie e alle fasce più povere della popolazione. Certe spese militari non sono solo una beffa per cittadini allo stremo e alla fame, ma «gridano vendetta al cospetto di Dio». L’invito a “tirare la cinghia”, a rivedere le spese e a fare consistenti risparmi vale per tutti, non c’è settore dello Stato che possa esentarsi. Da politica e istituzioni, purtroppo, vengono solo chiacchiere. Che fine hanno fatto le tante promesse di tagli agli sprechi e alla spesa pubblica? Tutto di là da venire!

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