Arriva dalla città di Aba, in Nigeria, il nuovo cancelliere della Curia di Catanzaro. E' don Steven Achiliu, finora in servizio a Simbario, piccolo centro delle Serre vibonesi, tra i più colpiti dal fenomeno dello spopolamento, dove è stato sacerdote per undici anni. Subentra a don Giovanni Scarpino che ha ricoperto l'incarico negli ultimi tempi. E' un segno del cambiamento, la nomina voluta dall'arcivescovo di Catanzaro e Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone. «È la Chiesa di papa Francesco. È un segno di apertura», come dice don Achiliu a Famiglia Cristiana. Uno dei tratti caratterizzanti del suo impegno è stata, del resto, l'attivazione, a Brognaturo, di un Centro d'accoglienza per migranti, anche se la sua è stata una pastorale che ha coinvolto molto anche i giovani.
A Brognaturo, sempre all'insegna del multiculturalismo, opera anche un altro sacerdote africano, don Kingley Nwachukwu, col quale don Akiliu ha condiviso la canonica di Simbario. Dopo gli studi teologici in Africa, nel 2009 il nuovo cancelliere della Curia di Catanzaro si è specializzato in Diritto canonico all'Università lateranense e nello stesso anno è stato nominato amministratore parrocchiale a Gagliato, quartiere periferico del capoluogo calabrese, quindi è stato inviato a Serra San Bruno come collaboratore parrocchiale per sei mesi; dal marzo 2010 era amministratore parrocchiale a Simbario. Quarantaquattrenne, dal 2007 giudice del Tribunale ecclesiastico calabrese, don Achiliu è indaffaratissimo nel giorno della sua nomina ma riesce a trovare il tempo per rispondere a qualche domanda.
Come ha accolto la notizia del nuovo incarico?
Non me l'aspettavo, e non riesco a trovare le parole giuste per descrivere la mia emozione. Ma sono un missionario e ho fatto il voto dell'obbedienza. Non potevo certo tirarmi indietro. Cercherò di dare il meglio di me.
Dalla Nigeria alla Calabria: è stata una sfida per lei...
Vengo dalla Nigeria, dalla città di Aba, ma noi missionari andiamo dovunque il Signore ci manda. Non c'e una preferenza per un luogo o un altro. Potrei andare anche in Cina se il Signore mi mandasse là. Ma è stata una sfida importante, venire in Calabria. Sono diverse le culture, i modi di vedere le cose, ho dovuto adattarmi a prospettive differenti rispetto a quelle del mio luogo di origine.
Il suo mandato si è caratterizzato anche sul fronte dell'accoglienza dei migranti...
A Brognaturo il Centro era già attivo in un ex ospedale. Mi dedico ai migranti ma anche agli anziani e ai giovani, soprattutto ai più deboli. Sto molto con i ragazzi, ci gioco a calcio, ho organizzato un torneo estivo all'oratorio, è il mio modo di evangelizzare. Ma non c'è un tratto specifico del mio impegno. Ogni giorno c'è qualcosa di nuovo da fare, c'è una persona che ha bisogno da aiutare.
Gioca bene a calcio?
Abbastanza bene, sono un attaccante.
Ritiene che la sua nomina sia un segno del cambiamento?
E' un segno di cambiamento, sì. E' la Chiesa di Papa Francesco. La Chiesa dell'apertura nei confronti degli ultimi. Anche in Calabria sono maturi i tempi per la Chiesa dell'universalità.