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martedì 05 novembre 2024
 
 

Don Tonino Bello, passo avanti per il processo di canonizzazione

21/05/2015  La Congregazione per le Cause dei Santi ha decretato la completezza degli atti processuali consegnati al termine dell'istruttoria diocesana. «Si tratta di un grande passo in avanti», commenta in una nota la diocesi di Molfetta, «che si compie verso il traguardo che tutti auspichiamo, cominciato il 20 aprile 2008»

Il processo di canonizzazione di don Tonino Bello va avanti e supera un’altra tappa importante. La Congregazione per le Cause dei Santi, di cui è Prefetto il cardinale Angelo Amato, per mano del postulatore mons. Luigi Michele de Palma, ha emanato il decreto con il quale si ritengono completi e validi gli atti processuali relativi alla causa di canonizzazione del vescovo salentino. Nel decreto, datato 17 aprile 2015, si constata «la validità della medesima Causa diocesana sul caso e secondo le finalità di cui si tratta, fatto salvo tutto ciò che c’era da salvare secondo la legge. Senza opposizione alcuna sui pro e sui contro».   «Si tratta di un grande passo in avanti», commenta in una nota la diocesi di Molfetta, «che si compie verso il traguardo che tutti auspichiamo, cominciato il 20 aprile 2008, quando il vescovo Martella introdusse  la causa di canonizzazione del Servo di Dio Antonio Bello».

 Adesso è compito della Congregazione muovere i passi successivi: secondo quanto disposto dalla nuova legislazione per le Cause dei Santi, introdotta da Giovanni Paolo II con la Costituzione apostolica Divinus perfectionis Magister del 25 gennaio 1983, la Congregazione, avendo controllato la correttezza delle procedure e della documentazione, nominerà un relatore della causa che elaborerà la “Positio super virtutibus” del Servo di Dio; una sorta di dossier che attesti e dimostri ragionevolmente le virtù eroiche.

Una commissione di Teologi, detta "Congresso dei Teologi", esaminerà la positio e, ove non ci fossero ostacoli di natura teologica o morale, emetterà un parere favorevole cui seguirà una riunione di cardinali e vescovi della Congregazione, terminata la quale il Papa accoglie tale parere e dichiara la venerabilità del Servo di Dio. Per la fase successiva, cioè la beatificazione, dovrà essere riconosciuto un miracolo attribuito all'intercessione del Venerabile. Anche per questo si dovrà procedere con apposita inchiesta diocesana supportata da una commissione di medici, al termine della quale, se affermativa, il Papa proclamerà il Beato, stabilendo una data della memoria nel calendario liturgico.

«Alla gioia e alla soddisfazione del vescovo Martella», spiega la nota della diocesi pugliese, «si unisce quella di mons. Agostino Superbo e mons. Domenico Amato, rispettivamente postulatore e vicepostulatore della fase diocesana, nonché dei membri del Tribunale, presieduto da Mons. Sabino Lattanzio, per il preciso e puntuale lavoro compiuto dal 30 aprile 2010, quando si insediò il Tribunale, al 30 novembre 2013, data di conclusione della fase diocesana del Processo, in cui furono sigillate le casse contenenti la documentazione raccolta nelle 80 sessioni successive del Tribunale, atte ad evidenziare l'eroicità delle virtù teologali e cardinali vissute dal Servo di Dio».      

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