Anche l'ex calciatore Daniele De Rossi (nella foto) con la moglie Sarah Felberbaum si sono recati all'Ospedale San Camillo di Roma a donare sangue (foto Ansa).
Tra le varie pericolose ricadute sanitarie causate dalla pandemia di Coronavirus, ce n’è una che rischia di passare più inosservata, ma che non è certamente da trascurare: la carenza di sangue, segnalata soprattutto nelle ultime settimane da quasi tutte le regioni italiane.
Dopo alcuni giorni di rischiosa crisi, gli appelli hanno portato a un afflusso impressionante di donatori in tutte le regioni, che ha permesso non solo di ricostituire le scorte ma anche di assicurare la compensazione per le aree più in difficoltà. È quanto risulta da una prima ricognizione del Centro Nazionale Sangue con i responsabili dei centri regionali, da cui è emersa però la necessità di continuare con le donazioni, per garantire le terapie anche nei prossimi giorni, prenotando prima telefonicamente per evitare affollamenti e per garantire che, con una puntuale programmazione, anche nelle prossime settimane ci sia una costante disponibilità di sangue per tutti i pazienti.
«Bisogna ringraziare i donatori, ma anche tutti gli operatori dei centri di raccolta, dai medici agli infermieri ai volontari delle associazioni e tutto il personale sanitario e non sanitario che lavora presso i servizi trasfusionali e i poli di produzione e qualificazione biologica del sangue», spiega Giancarlo Maria Liumbruno, direttore generale del Centro Nazionale Sangue. «Ora la solidarietà non deve fermarsi, perché ogni giorno 1800 pazienti hanno bisogno di trasfusioni. La raccomandazione è prenotare telefonicamente le donazioni, per permettere una raccolta programmata, che ci consenta di avere scorte stabili, per garantire terapie costanti e adeguate, e di superare l’emergenza legata al coronavirus senza altri momenti di crisi”.
L’afflusso di donatori, sia nuovi che periodici, è stato molto alto in tutte le regioni, comprese quelle più colpite dall’emergenza, come ad esempio la Lombardia che è addirittura riuscita a mettere a disposizione delle altre regioni in bacheca 110 sacche. «La risposta è stata straordinaria su tutto il territorio», conferma Gianpietro Briola, portavoce del Civis, il coordinamento delle associazioni. «Tutte le associazioni sono impegnate per garantire che la donazione sia effettuata in maniera sicura, seguendo una serie di raccomandazioni a partire dalla prenotazione telefonica, che permette non solo di evitare assembramenti, ma anche di programmare attentamente i flussi».
Un appello per donare sangue è stato fatto anche dall'Ucoii, unione delle comunità e organizzazioni islamiche italiane, raccoglienjdo l'appello dell'Avis #EscoSoloPerD. A firmare la richiesta è il presidente Yassine Lafram , che ringrazia le comunità che già nei giorni scorsi hanno realizzato a livello locale degli accordi con l'Avis . «Il nostro Paese sta vivendo una sfida senza precedenti, come Ucoii abbiamo ribadito più volte la nostra totale adesione alle linee guida emanate dal governo e dalle istituzioni italiane e raccomandiamo di restare a casa, eccetto che per i motivi permessi, tra questi donare il sangue in un momento in cui è particolarmente urgente e troppi cittadini temono di essere denunciati. Donare sangue non solo è permesso, ma è persino raccomandato, basta telefonare alla sede più vicina dell'Avis nazionale e prendere appuntamento», spiega Lafram. «Il nostro aiuto può fare la differenza per molti nostri concittadini, rechiamoci a donare sangue», conclude.