Anziani cittadini ucraini distrutti dal dolore dopo l'attacco russo a Uman (in alto, una veduta aera del palazzo sventrato). Le due fotografie sono dell'agenzia di stampa Reuters. La foto in copertina, invece, è dell'agenzia di stampa Ansa.
In Ucraina si continua a combattere, a soffrire e a morire. Stando alla Bbc, i recenti bombardamenti russi hanno causato 23 morti, tra cui 4 bambini, a Uman, nella regione di Cherkasy, al centro del Paese, dove un missile ha sventrato un palazzo residenziale, e 2 vittime (una mamma con la sua figlioletta di 3 anni) a Dnipro.
«Mentre la guerra su vasta scala in corso in Ucraina è entrata ormai nel secondo anno, un significativo numero di rifugiati ucraini estremamente vulnerabili, in Europa, fatica ad accedere ad assistenza, lavoro e alloggi dignitosi in contesti di sfollamento, nonostante la grande solidarietà assicurata dai Paesi di accoglienza», attesta dal canto suo un nuovo studio condotto dall’Unhcr, Agenzia Onu per i rifugiati, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Agensir. Se, da un lato, il rapporto descrive tutti i progressi compiuti dalle comunità di accoglienza per facilitare l’inclusione dei rifugiati, l’analisi evidenzia le peculiari sfide affrontate dai nuclei familiari di rifugiati più vulnerabili, che includono almeno una persona con esigenze particolari, comprese persone anziane o con disabilità.
Il nuovo rapporto di analisi della protezione su scala regionale dell’Unhcr, “Displacement Patterns, Protection Risks and Needs of Refugees From Ukraine”, si basa sulle recenti interviste condotte tra oltre 17.700 rifugiati in Paesi confinanti con l’Ucraina, tra cui Ungheria, Moldavia, Polonia, Romania e Slovacchia. Tra le famiglie intervistate, più di una su cinque – il 22% – include una persona con esigenze particolari, disabilità o patologie gravi. Le difficoltà a cui queste famiglie fanno fronte per soddisfare i propri bisogni essenziali sono maggiori e aggravano i rischi a cui sono esposte. “L’identificazione sistematica, in una primissima fase, di coloro che sono esposti a rischi più elevati, è essenziale per assicurare alle persone più vulnerabili, l’accesso ai servizi e il sostegno necessario”, ha dichiarato Pascale Moreau, direttrice dell’ufficio regionale per l’Europa dell’Unhcr.
Tra le famiglie intervistate, circa il 12% ha riferito di almeno un componente con disabilità e circa il 13% di una o più persone anziane, di età pari o superiore a 60 anni. Entrambi questi gruppi hanno riferito di crescenti difficoltà di accesso all’assistenza sanitaria, rispetto ad altre famiglie. “Dal momento che i programmi per gli alloggi di emergenza volgono al termine, è necessario adottare misure affinché le soluzioni più a lungo termine tengano conto delle esigenze dei più vulnerabili. Dobbiamo continuare a supportare i Paesi di accoglienza affinché assicurino accesso adeguato agli alloggi e all’assistenza sociale, garantendo che nessuno sia lasciato indietro”, ha aggiunto Moreau.
È più difficile che le persone con disabilità trovino un lavoro, questo condiziona il reddito complessivo e, conseguentemente, l’accesso ad alloggi sicuri. Analogamente, la stragrande maggioranza delle persone anziane – l’82% – è disoccupata o pensionata e fa affidamento su pensioni erogate dall’Ucraina o sulla protezione sociale dei Paesi di accoglienza. Purtroppo, circa il 92% delle persone anziane riferisce di far fatica a soddisfare le proprie esigenze primarie, questo – in linea coi risultati del recente sondaggio dell’Unhcr – potrebbe rendere più probabile la decisione di fare ritorno in Ucraina nei prossimi tre mesi, nonostante la guerra, a causa delle difficoltà cui devono far fronte nei Paesi di accoglienza. L’Unhcr “è pronta a supportare gli Stati di accoglienza nel trovare soluzioni alle lacune esistenti e alle barriere all’inclusione delle persone più vulnerabili: si tratta di ostacoli sormontabili se vengono fatti gli investimenti giusti per sostenere i sistemi di protezione sociale statali, la fornitura di informazioni, l’accesso ai servizi locali, e l’innovazione”.
Una colonna di fumo sale dal deposito di carburante colpito a Sebastopoli, in Crimea. Foto Reuters.
Notizie di attacchi e danni anche dall'altra parte del fronte. Un deposito di carburante è andato in fiamme nella città di Sebastopoli in Crimea a seguito di un probabile attacco di un drone ucraino. Lo ha affermato il governatore della provincia annessa alla Russia, Mikhail Razvozhayev, ha scritto il Kyiv Independent ripreso dall'agenzia Ansa. "Un tank di carburante è in fiamme, secondo le prime informazioni l'incendio è stato causato da un drone", ha detto il governatore, ha riferito a sua volta la Tass. Secondo Razvozhayev, le fiamme si sono estese a un'area di 1.000 metri quadrati e sui social sono iniziate a circolare foto e video di quello che sembra essere l'intero deposito petrolifero e di un'enorme nuvola nera di fumo sopra la città. L'incendio non rappresenta un rischio per le strutture civili della città sul Mar Nero poiché ha interessato solo i locali del porto, ha precisato poi il portavoce di Razvozhayev. Il governatore di Sebastopoli ha poi detto che nessuno è rimasto ferito nell'incidente e non è prevista nemmeno l'evacuazione dei residenti dei quartieri adiacenti. Ben 18 squadre antincendio stanno attualmente lavorando per spegnere l'incendio.