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sabato 26 aprile 2025
 
Acli
 

Dopo il Covid la ricchezza si sposta verso i già ricchi

15/12/2022  Soffre, invece il ceto medio, in particolare le donne sotto i 40 anni e con un figlio. La prima ricerca presentata dall'Osservatorio nazionale Acli dei redditi e delle famiglie analizza il periodo 2019-2021

Una ricchezza che si è spostata premiando una piccolissima minoranza (un terzo dei contribuenti)  e penalizzando invece il restante due terzi. La prima indagine elaborata dall'Osservatorio nazionale Acli dei redditi e delle famiglie, nato a giugno 2022 dalla collaborazione tra l'Area Famiglia delle Acli nazionali, il Caf Acli e l'Iref. Condotta su un milione di denunce dei redditi nel periodo 2019-2021, rileva che tra coloro che hanno subito una diminuzione, la metà ha avuto una perdita poco significativa (sino a 410 euro nel biennio), mentre un altro 2,5% ha perso sino a 1.200 euro.  Ci sono poi i “grandi perdenti”. In particolare, ad aver sofferto sono le donne con meno di 40 anni e con un figlio. In questo caso la perdita di reddito è arrivata al 35 per cento con una perdita media di 6.200 euro all'anno, considerando un minimo di perdita di 3.700 euro e un massimo di poco più di 10.000. La crisi determinata prima dalla pandemia e poi dall’inizio della guerra in Ucraina ha colpito le famiglie che già erano sulla soglia della povertà. «Classi medie, ma verso il basso che precipitano nell apovertà dopo la nascita di un figlio», ha specificato Gigi De Paolo intervenendo alla presentazione dei dati. Dal canto suo l’economista Leonardo Becchetti ha sottolineato che sono bastate le spese mediche, la precarietà o la perdita del lavoro a mettere in ginocchio persone già fragili. Sono stati, infatti, secondo la ricerca, per lo più lavoratori a basso reddito che a causa della crisi sanitaria ed economica sono stati licenziati o hanno subito un deciso ridimensionamento del proprio impegno nel mercato del lavoro. Il profilo anagrafico rivela che il 30,9% ha meno di 40 anni e che il 66,6% sono donne con almeno un figlio. Lo studio ha monitorato l'impatto che hanno alcune spese dichiarate nel modello 730 sui nuclei familiari: dalle prestazioni sanitarie alla previdenza, dal mutuo per la casa alle spese per i bambini. Tutte le spese prese in considerazione sono calate tra il 2019 e il 2020 in considerazione del lockdown. Sono, però risalite, pesando sui nuclei familiari più fragili, nel 2021 quando sono state recuperate le visite mediche rinviate a causa della pandemia e sono risalite le spese scolastiche, anche se a livelli inferiori al 2019.

«Abbiamo accelerato con la presentazione di questa ricerca perché ci auguriamo», ha concluso Emiliano Manfredonia, presidente delle ACli, «che questa ricerca possa orientare anche la politica alle prese con la finanziaria nelle scelte migliori per aiutare chi è più in difficoltà»

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