Scendendo in bicicletta a velocità sostenuta in montagna, nostro figlio Davide di 17 anni ha fatto una brutta caduta e si è fratturato in malo modo il polso e due costole. È un ragazzo molto sportivo, che preferisce di gran lunga lo sport allo studio: va in palestra e gioca a tennis a un buon livello. Ora per qualche mese non potrà allenarsi.
È molto giù di morale ed è irritabile perché non riesce a scaricare il nervosismo.
PAOLA E ALBERTO
Risposta di Fabrizio Fantoni
– Cari Paola e Alberto, per un ragazzo che pratica lo sport come sua attività principale, scoprire di essere vulnerabile è spesso una constatazione amara. La fiducia nelle proprie doti fisiche viene scossa, come se si venisse traditi dal proprio corpo che si riteneva invincibile. L’impegno che, insieme alla scuola (ma con più dedizione), caratterizzava le sue giornate, viene interrotto. Il ragazzo è preoccupato di perdere mesi di attività agonistica e forse teme di non poter recuperare in fretta quella forma fisica che gli dava sicurezza.
È naturale che Davide stia attraversando un momento depressivo: è importante allora che non soltanto possa avere rassicurazione da voi, ma che abbia un rapporto aperto e di fiducia con i sanitari che lo hanno in carico. Sono loro che possono tranquillizzarlo sul rapido recupero delle sue capacità.
Può essere utile anche che mantenga la relazione con il gruppo sportivo di riferimento: con il suo allenatore, se ha una buona relazione, e con i compagni di palestra o di team. Anche la vicinanza con gli amici può dare sollievo.
È poi utile che possa ripensare alla dinamica dell’incidente. Una maggiore consapevolezza che attività di forte sollecitazione fisica ed emozionale possono anche far correre dei rischi, può aiutare Davide a non sottovalutarli: potrà così iniziare a fare i conti con il senso del limite, tanto prezioso quanto, a volte, difficile da sperimentare.