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domenica 15 settembre 2024
 
La campagna di "Doppia difesa"
 

"Doppia difesa", spot sui maschi perbene

23/11/2014  L'associazione fondata da Michelle Hunzicher e Giulia Bongiorno lancia la campagna "Racconta un'altra storia": tre spot che puntano sull'ironia per mostrare un modello positivo al quale tendere.

Non esiste un solo Paese al mondo dove le donne siano al sicuro dalle violenze perpetrate contro di loro: botte, coercizioni sessuali e abusi riguardano una su tre nel pianeta, e sono tra le prime cause di morte e disabilità per le donne tra i 15 e i 44 anni. Alle terribili sofferenze umane si aggiunge il peso finanziario: il Copenhagen Consensus Center, Ong specializzata in analisi economiche dei fenomeni mondiali, ha commissionato uno studio che stima in 8 mila miliardi di dollari il costo della violenza domestica nel mondo. Una cifra enorme.

Perciò non è scontato né formale che il 25 novembre si celebri la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, decisa dall’Onu nel 1999. Partita in sordina in Italia, ora questa ricorrenza vede centinaia di iniziative politiche e culturali anche nel nostro Paese.

Doppia difesa, l’associazione fondata da Michelle Hunziker e Giulia Bongiorno per offrire tutela legale e psicologica alle donne vittime di violenza, ha scelto il periodo che precede il 25 novembre per lanciare la propria campagna solidale “Racconta un’altra storia”. La raccolta fondi per le loro iniziative dura fino al 22 novembre, con un Sms di 2 euro da cellulare o una chiamata da rete fissa (2/5 euro) al numero 45599.

La comunicazione televisiva di “Racconta un’altra storia” si avvale di tre spot su altrettante coppie, interpretate rispettivamente da Ksenia Rappoport e Adriano Giannini, Alessandra Mastronardi e Giorgio Pasotti, Claudia Gerini e Fabio Troiano. Nelle storie, «anziché mostrare lividi e lacrime, si è optato per l’ironia», dicono Hunziker e Bongiorno. «Non certo per sminuire o banalizzare il problema, ma per raccontare in un altro modo il rapporto di coppia. Secondo noi la violenza va combattuta cominciando dalle piccole cose che accadono tutti i giorni... Soprattutto, ci piaceva l’idea di mostrare al pubblico, invece di un esempio maschile negativo da stigmatizzare – l’uomo violento e sopraffattore – un modello positivo con il quale identificarsi e al quale tendere: un uomo capace di riconoscere i propri errori, dotato di senso dell’umorismo, capace di sdrammatizzare e di superare, o di evitare, i contrasti con buona volontà e leggerezza».

«Il concetto di fondo», concludono, «è sempre lo stesso: uomini e donne sono diversi ma uguali quando si parla di dignità, rispetto, diritti e doveri».

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