Anche i pidocchi sono creature di Dio? Ma che razza di domanda è questa!A pensarci bene invece una sua logica ce l’ha, quella dei bambini che non danno nulla per scontato, e che si interrogano sui tanti misteri della vita. Ai quesiti dei suoi alunni delle elementari in materia di fede ha dedicato un libro il maestro di religione Andrea Gironda, in Anche i pidocchi vanno in paradiso, edizioni Terra Santa, con prefazione di Susanna Tamaro.
Tante le domane fatte da bambini di 7,8, 10 anni: Dov’ero prima di nascere? È tutto frutto di un caso? Ma in Paradiso ci andremo con il corpo da giovani o con il corpo da vecchi? Dio era in parte un po’ vanitoso perché ha inventato la bellezza. È vero? Ma Gesù di che colore aveva i capelli? Perché tante Madonne per un figlio solo? Maestro, secondo te non sarebbe più giusto che un prete, quando va a comprarsi una macchina, scelga una Panda anziché un fuoristrada? Perché quel bambino non fa religione? È allergico? Il Papa ce l’ha un gatto? Possiamo “masticare” l’ostia?!?, perché ci sono le malattie? Perché ci si innamora?
Le risposte sono su due livelli: la versione che viene data al bambino, e una riflessione con il lettore sulla genesi della domanda. Non certo un libro per i piccoli (ma che di sicuro ci aiuta a parlare con loro), che attraverso gli spunti di queste domande spiazzanti, autentiche, che vanno all’essenza delle grandi questioni di fede, ci aiuta a comprendere meglio i misteri insondabili della religione, ce la fa sentire più vicina a noi, più vera.
Scrive la Tamaro nella prefazione: «Quando, a sette anni, iniziai le lezioni di catechismo,
ero felice, sicura che in quella stanza avrei finalmente trovato le risposte che cercavo,
che tutta la mia ricerca di senso avrebbe trovato un approdo. Ma anche lì le mie domande creavano imbarazzo, venivo invitata a imparare le preghiere a memoria e a non dare fastidio agli altri. Eppure io sentivo da sempre che sopra, intorno e dentro di me abitava un mistero. Un mistero al quale volevo soltanto riuscire a dare un nome. Se io a scuola avessi avuto un insegnante di religione come Andrea Gironda, forse molte delle mie inquietudini notturne avrebbero trovato una sponda. Mi sarei sentita meno sola, meno trasparente.