Si chiamano microRNA, le molecole
studiate dal gruppo di ricercatori
inseriti nel Programma di Oncologia
clinica molecolare 5 per mille
Airc. L’obiettivo è sconfiggere
due importanti tumori ematologici
(del sangue): il mieloma multiplo e la
leucemia linfatica cronica. Ne parliamo
con Pierfrancesco Tassone, 49 anni, professore
ordinario di Oncologia medica
presso l’Università Magna Grecia di Catanzaro
e che giovedì 7 novembre sarà protagonista,
a Chieti, di uno dei quattro “Incontri
con la ricerca” programmati da Airc
in altrettante università italiane (oltre a
Chieti: Bologna, Padova e Catania).
Cosa sono i microRNA?
«Sono molecole di RNA molto piccole.
Se immaginiamo l’RNA come una lunghissima
catena, i microRNA sono solo piccole
catene costituite da circa una ventina di
anelli intrecciati. Sono molecole dette
non codificanti perché non contengono informazioni
per la sintesi delle proteine e
fino a pochi anni fa la loro funzione era
sconosciuta ed erano considerati “materia
oscura” del genoma umano».
Il loro compito?
«I microRNA svolgono fondamentali
funzioni di regolazione dell’espressione
del patrimonio genetico e determinano
quindi la normale fisiologia della cellula.
Quando si alterano e conseguentemente
cessano di funzionare, o al contrario funzionano
in eccesso, possono svolgere un
ruolo rilevante nello sviluppo e nella diffusione
di un tumore; correggere quindi questi
difetti molecolari è il nostro obiettivo».
La loro scoperta è recente?
«No, risale a vent’anni fa, non è una novità.
Recentissima è invece la comprensione
delle complesse funzioni e assolutamente
nuova la possibilità offerta dalle
tecnologie più moderne di poter sfruttare
i microRNA in chiave terapeutica, un percorso
sperimentale tutt’altro che facile
ma estremamente promettente».
Da quanto tempo lei è impegnato nello
studio del microRNA?
«Lavoravo già da molti anni nella messa
a punto di farmaci innovativi per il trattamento
del mieloma multiplo, ma dal
2011, da quando il nostro network, un
gruppo di circa 80 ricercatori, ha ricevuto
il sostegno Airc nell’ambito del Programma
di Oncologia molecolare 5 per mille, la
mia attenzione è stata focalizzata solo su
questo obiettivo: arrivare al letto dell’ammalato
nei tempi previsti dal progetto con
una nuova risorsa terapeutica».
La leucemia linfatica cronica e il mieloma
multiplo: chi ne è colpito?
«Sono malattie tumorali del sangue,
dell’età adulta. Attualmente abbiamo farmaci
con cui possiamo temporaneamente
controllarle, non sconfiggerle del tutto.
Perciò abbiamo bisogno di nuovi farmaci
e soprattutto di strategie terapeutiche innovative».
Quanto tempo occorre per completare
la ricerca?
«Pensiamo di poter avviare la sperimentazione
clinica, cioè raggiungere il letto
degli ammalati, entro i prossimi 3 anni.
Al momento, a livello internazionale, non
esistono ancora dati scientifici pubblicati
sull’utilizzazione clinica in oncologia medica
dei microRNA a scopo terapeutico. Il
nostro obiettivo quindi non è facile da raggiungere
ed è piuttosto ambizioso».
Quale rapporto lega il suo team
all’Airc?
«Vorrei dire una cosa importante:
un’attività come questa in questo specifico
settore funge da apripista, è una ricerca
orientata al trasferimento dei risultati della
ricerca di laboratorio in applicazioni cliniche
al letto del paziente. Un passaggio
difficile che richiede alta tecnologia e l’impiego
di enormi risorse umane con una forte
integrazione dei saperi: medici, biologi,
biotecnologi, chimici, farmacologi, ingegneri
e informatici lavorano insieme in un
team multidisciplinare che ha bisogno di
strumenti moderni e complessi. L’Italia
purtroppo non ha mai privilegiato la ricerca
e ha investito sempre molto poco in innovazione.
Occorre dire con chiarezza che
senza il supporto Airc non sarebbe stato
nemmeno possibile immaginare di poter
intraprendere in Italia un progetto come
questo, così impegnativo e competitivo in
campo oncologico. Non sarebbe stato possibile
senza le risorse Airc impegnarsi in un
progetto che prevede un’intensa attività di
ricerca come avviene nelle più avanzate
istituzioni oncologiche internazionali».
Importante non solo per i tumori del
sangue che ha citato, vero?
«Certamente. La messa a punto di nuovi
farmaci basati sui microRNA per i tumori
che stiamo studiando potrà anche fornire
nuove opzioni terapeutiche nel trattamento
di altre malattie tumorali molto
più diffuse».