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venerdì 25 aprile 2025
 
 

Dove nascono le cure

07/11/2013  Pierfrancesco Tassone lavora a un progetto che si propone di sconfiggere due tumori ematologici: il mieloma multiplo e la leucemia linfatica.

Si chiamano microRNA, le molecole studiate dal gruppo di ricercatori inseriti nel Programma di Oncologia clinica molecolare 5 per mille Airc. L’obiettivo è sconfiggere due importanti tumori ematologici (del sangue): il mieloma multiplo e la leucemia linfatica cronica. Ne parliamo con Pierfrancesco Tassone, 49 anni, professore ordinario di Oncologia medica presso l’Università Magna Grecia di Catanzaro e che giovedì 7 novembre sarà protagonista, a Chieti, di uno dei quattro “Incontri con la ricerca” programmati da Airc in altrettante università italiane (oltre a Chieti: Bologna, Padova e Catania).

Cosa sono i microRNA?

«Sono molecole di RNA molto piccole. Se immaginiamo l’RNA come una lunghissima catena, i microRNA sono solo piccole catene costituite da circa una ventina di anelli intrecciati. Sono molecole dette non codificanti perché non contengono informazioni per la sintesi delle proteine e fino a pochi anni fa la loro funzione era sconosciuta ed erano considerati “materia oscura” del genoma umano».

Il loro compito?


«I microRNA svolgono fondamentali funzioni di regolazione dell’espressione del patrimonio genetico e determinano quindi la normale fisiologia della cellula. Quando si alterano e conseguentemente cessano di funzionare, o al contrario funzionano in eccesso, possono svolgere un ruolo rilevante nello sviluppo e nella diffusione di un tumore; correggere quindi questi difetti molecolari è il nostro obiettivo».

La loro scoperta è recente?


«No, risale a vent’anni fa, non è una novità. Recentissima è invece la comprensione delle complesse funzioni e assolutamente nuova la possibilità offerta dalle tecnologie più moderne di poter sfruttare i microRNA in chiave terapeutica, un percorso sperimentale tutt’altro che facile ma estremamente promettente».

Da quanto tempo lei è impegnato nello studio del microRNA?


«Lavoravo già da molti anni nella messa a punto di farmaci innovativi per il trattamento del mieloma multiplo, ma dal 2011, da quando il nostro network, un gruppo di circa 80 ricercatori, ha ricevuto il sostegno Airc nell’ambito del Programma di Oncologia molecolare 5 per mille, la mia attenzione è stata focalizzata solo su questo obiettivo: arrivare al letto dell’ammalato nei tempi previsti dal progetto con una nuova risorsa terapeutica».

La leucemia linfatica cronica e il mieloma multiplo: chi ne è colpito?

 «Sono malattie tumorali del sangue, dell’età adulta. Attualmente abbiamo farmaci con cui possiamo temporaneamente controllarle, non sconfiggerle del tutto. Perciò abbiamo bisogno di nuovi farmaci e soprattutto di strategie terapeutiche innovative».

Quanto tempo occorre per completare la ricerca?

«Pensiamo di poter avviare la sperimentazione clinica, cioè raggiungere il letto degli ammalati, entro i prossimi 3 anni. Al momento, a livello internazionale, non esistono ancora dati scientifici pubblicati sull’utilizzazione clinica in oncologia medica dei microRNA a scopo terapeutico. Il nostro obiettivo quindi non è facile da raggiungere ed è piuttosto ambizioso».

Quale rapporto lega il suo team all’Airc?


«Vorrei dire una cosa importante: un’attività come questa in questo specifico settore funge da apripista, è una ricerca orientata al trasferimento dei risultati della ricerca di laboratorio in applicazioni cliniche al letto del paziente. Un passaggio difficile che richiede alta tecnologia e l’impiego di enormi risorse umane con una forte integrazione dei saperi: medici, biologi, biotecnologi, chimici, farmacologi, ingegneri e informatici lavorano insieme in un team multidisciplinare che ha bisogno di strumenti moderni e complessi. L’Italia purtroppo non ha mai privilegiato la ricerca e ha investito sempre molto poco in innovazione. Occorre dire con chiarezza che senza il supporto Airc non sarebbe stato nemmeno possibile immaginare di poter intraprendere in Italia un progetto come questo, così impegnativo e competitivo in campo oncologico. Non sarebbe stato possibile senza le risorse Airc impegnarsi in un progetto che prevede un’intensa attività di ricerca come avviene nelle più avanzate istituzioni oncologiche internazionali».

Importante non solo per i tumori del sangue che ha citato, vero?

«Certamente. La messa a punto di nuovi farmaci basati sui microRNA per i tumori che stiamo studiando potrà anche fornire nuove opzioni terapeutiche nel trattamento di altre malattie tumorali molto più diffuse».

Multimedia
I volti della scienza: Ruggero De Maria, ricercatore dell'Airc
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