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mercoledì 11 settembre 2024
 
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Dove sono andati a finire i "carusi" di Pippo Fava

23/05/2018  Dopo la visione in anteprima del film "Prima che la notte", abbiamo fatto un po' di ricerche per scoprire dove sono andati a finire nella vita i ragazzi della redazione dei Siciliani riconoscibili nel film.

Antonio Roccuzzo - Dopo aver avuto «la fortuna», come scrive nei suoi curricula «di aver «imparato il mestiere di cronista da Giuseppe (Pippo) Fava», prima al Giornale del Sud e poi ai Siciliani, ha continuato a fare il giornalista: si è trasferito presto a Roma, dove ancora vive, con la moglie, una collega tedesca. È padre di tre figli. Con Constanze Reuscher ha realizzato documentari per le reti tedesche Spiegel TV e Arte. Tiene un blog sul Fatto Quotidiano. Ha lavorato in Rai ed è stato per quattro anni capocronista della Gazzetta di Reggio, quotidiano locale di Reggio Emilia, del gruppo Espresso. Dal 2005 è caporedattore al Tg La7 Ha scritto diversi libri, tra cui L’Italia a pezzi, Laterza, 2009 e Mentre l’orchestrina suonava “gelosia”, Mondadori, 2011, dedicato alle memorie di quel gruppo e dell'esperienza vissuta ai Sicilinai accanto a Pippo Fava e dopo nel suo nome. Da lì, nel trentennale dell’assassinio di Pippo Fava, è stato tratto il docufilm I ragazzi di Pippo Fava.

Riccardo Orioles - È proprio Roccuzzo, nel 2017, a scrivere per Repubblica Palermo il ritratto del suo amico ex “caruso” Riccardo Orioles, in cui si legge: «Tre mesi fa trentaduemila persone hanno firmato la petizione «mandiamoinpensioneorioles». E pochi giorni fa lo Stato gli ha riconosciuto il beneficio della legge Bacchelli. Non è uno simpatico a tutti. Come tutti quelli coerenti che credono al fatto che la vita senza idee non vale nulla. Lui ha sacrificato «alla fine della mafia» e alla formazione dei ragazzini tutte le cose della vita: salute, carriera, conti, tempo, famiglia. Chi è costui, ora che il governo italiano gli ha riconosciuto una pensione per chiara fama e meriti civili? Riccardo è come era 37 anni fa quando a Catania abbiamo iniziato a fare i cronisti insieme. Alla scuola di Pippo Fava. Il giornale si chiamava Giornale del Sud. Orioles è arrivato in quella redazione nell’autunno 1980». «Orioles chiama ancora ora “sede” la redazione del giornale dove lavora. Se capita ci dorme dentro, con la scusa di lavorare fino a tardi su un’inchiesta. E i suoi colleghi sono tutti “compagni”, non colleghi. Da allora ha fatto sempre così il mestiere. Ai Siciliani, ad Avvenimenti, in siti e fogli web studenteschi che ha creato. Ci sono decine di ex ragazzi, oggi uomini, che affollano le redazioni di mezza Italia che hanno imparato e imparano da lui». Tra quei fogli, che campano a fatica perché trovare la pubblicità è dura, ce n’è uno, sempre in bolletta, che dirige dal 2017, si chiama I siciliani giovani e non è un caso.

Michele Miki Gambino, dopo i Siciliani, in cui era entrato occupandosi di costume per passare presto a temi più impegnativi, ha lavorato a lungo per il settimanale Avvenimenti occupandosi di corruzione e criminalità organizzata. È stato inviato e autore per molti programmi Rai e nel 1996 ha vinto il premio “Ilaria Alpi” per i suoi reportage dall’Afghanistan occupato dai Talebani, tuttora fa l’autore televisivo per i programmi Rai, ma ha scritto anche diversi libri: Orgogli e pregiudizi. Islam e Occidente dopo le Twin Towers (2001) e Il cavaliere B. (2001), biografia non autorizzata di Berlusconi. Negli ultimi anni si è dedicato anche a romanzi ispirati a storie vere, tra questi l’ultimo uscito da poco per Fandango Enjoy Sarajevo, frutto del suo lavoro di inviato di guerra in ex Jugoslavia. Due anni fa a quattro mani con Claudio Fava ha pubblicato Prima che la notte, romanzo-ricordo dell’esperienza professionale e umana vissuta con Pippo Fava.

Claudio Fava, figlio di Pippo, attualmente deputato regionale in Sicilia, è diventato pochi giorni fa presidente della Commissione antimafia Sicilia, dopo essere stato, nella legislatura conclusa, vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie presieduta da Rosy Bindi. Giornalista e saggista aveva assunto la direzione dei Siciliani alla morte del padre. Ha lavorato per il Corriere della Sera, l'Espresso, l'Europeo e la Rai. Ha sempre associato al giornalismo l’impegno politico all’insegna dell’antimafia. Nel 1991 è stato tra i fondatori della Rete e, da allora, ha ricoperto mandati in Regione alla Camera dei Deputati e al Parlamento europeo, sempre in liste di sinistra. Nel 2000, assieme a Monica Zapelli e Marco Tullio Giordana, ha vinto il Leone d'Oro al festival di Venezia, il Davide di Donatello e il Nastro d'Argento per la sceneggiatura del film I cento passi, ispirato alla storia di Peppino Impastato. Ha scritto numerosi saggi e romanzi, prevalentemente dedicati al tema della criminalità organizzata. Nel 2013 ha dato alle stampe per Baldini & Castoldi con Michele Gambino Prima che la notte, libro da cui è tratto l’omonimo film in onda su Raiuno il 23 maggio.

 
 
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