Ho una vicina che può guardar dentro casa nostra: abita al di là del nostro campetto, in posizione alta, può sentire tutti i nostri rumori, non solo quando d’estate apparecchiamo fuori e arrivano i nostri due figli con le famiglie, ma anche quando il figlio che abita di sopra nella nostra villetta urla con i figli. Ebbene, una volta questa vicina mi ha detto: «Apprezzo molto la vostra famiglia... non solo voi due nonni, ma anche la coppia giovane che abita di sopra: una famiglia perfetta!». L’ho guardata bene, mi sembrava sincera, ma io so bene quanti problemi abbiamo... Cosa risponderle? CARLA
— Nella tua lunga lettera mi descrivi rapporti di buon vicinato, cara Carla.E te li gusti: anzi, spesso vi siete scambiati con la vicina (ora vedova e sola) piatti ben riusciti... Ciò che in questo frangente ti fa rimanere perplessa è questa sorta di diagnosi: “La tua famiglia è perfetta” Certo, sarebbe facile mostrare alla vicina in modo realistico le vostre magagne (un solo esempio: quando vostra nuora urla che vuole i suoi figli alla sua tavola e non alla vostra,in maniera clandestina), ma ti sembra quasi che potresti turbarla; d’altro canto, rimanere su questa diagnosi regalata ti fa sembrare un po’ mentitrice. E allora?
Proviamo a enunciare un principio generale: in una relazione in corso (come nei vostri rapporti di vicinato) occorre sempre partire dal punto di vista dell’altro. Raggiungere questo punto di vista non solo ci allarga gli orizzonti e ci fa diventare più umani, ma ci aiuta a non fraintendere il linguaggio dell’altro. Alleniamoci: perché mai la vicina ha bisogno di dirti che hai una famiglia perfetta? Che cosa vorrà dire per lei “perfetta”? Perché questa (presunta) perfezione la fa sorridere?
Possiamo supporre che i rumori della vita, che magari un tempo le davano fastidio, quando anche per lei la casa era “piena” con un marito e un figlio che si è fatto una famiglia, ora le fanno bene, le fanno sentire che la vita ha le sue incongruenze, ma anche le sue fortune, che l’urlata di oggi promette l’abbraccio di domani. E così puoi ringraziare la tua vicina per il suo sguardo buono, puoi dirle che lei è così coraggiosa da trovare vivibile (perfetta) anche una normalissima vita di alti e bassi. Puoi dirle che il suo sguardo ti aiuta a superare certi scogli, certi problemi che altrimenti rischierebbero di essere inamovibili. E puoi sorriderle e dirle perfino: “Sei il nostro angelo”. E magari invitarla spesso a cena, per un semplice piatto di pasta. A volte dobbiamo molti grazie per gli sguardi buoni che ci aggiungono!