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sabato 14 settembre 2024
 
 

Droga, allarmante uso tra i giovani

08/08/2012  La Relazione annuale al Parlamento sulle sostanze stupefacenti rivela che tra gli studenti è in crescita l'uso di cannabis e stimolanti. Preoccupa la diffusione del gioco d'azzardo.

Sono generalmente in calo, anche se, tra gli studenti, si riscontra una «lieve tendenza all'aumento» del consumo di cannabis e di stimolanti.  Gli italiani e la droga: la Relazione annuale al Parlamento 2012 fornisce la fotografia più precisa e aggiornata del fenomeno.  Curata dal Dipartimento delle politiche antidroga, la cui delega è affidata al ministro per la Cooperazione internazionale e l'integrazione, Andrea Riccardi, la Relazione si basa sui dati di tutto il 2011 e del primo semestre dell'anno in corso.

Stando alle stime più attendibili, nel nostro Paese ci sono circa 2,3 milioni di consumatori di sostanze stupefacenti, occasionali e non, in un'età compresa tra i 15 e i 64 anni. «Per quanto concerne la lettura dei dati - ha spiegato Riccardi nella presentazione della Relazione - sono consapevole dei pericoli insiti nelle generalizzazioni. È vero che il dato sui consumi di sostanze stupefacenti indica che la tendenza alla contrazione, in atto ormai da alcuni anni, può ritenersi sostanzialmente confermata. È altrettanto vero, però, che questa tendenza, oltre a presentare, in generale, un'intensità minore rispetto a quella riscontrata nel 2010, si manifesta in modo differente in relazione al tipo di sostanza e alle diverse aree del territorio nazionale».

Per la cannabis, cita come esempio il ministro, si riscontra una «lieve tendenza all'aumento tra la popolazione studentesca; sempre tra i giovani, si assiste ad una ripresa dei consumi di stimolanti, mentre i consumi di cocaina e allucinogeni presentano un trend in diminuzione». Per l'eroina, si nota, «in generale, una diminuzione dei consumi; tuttavia preoccupa la stabilità dell'assunzione di tale micidiale droga da parte degli studenti dell'Italia meridionale e insulare e della popolazione femminile. La contrazione dei consumi, inoltre, sembra essere accompagnata da un aumento della frequenza di assunzione tra gli studenti che hanno provato eroina negli ultimi trenta giorni. Analogo discorso si può fare per la cocaina, tenuto conto che in una parte della popolazione giovanile, sedici-diciassettenni, non si è potuto registrare alcun decremento».

Un altro allarme, sottolinea il ministro Riccardi, lo provoca la crescente diffusione di «forme di dipendenza legate al gioco d'azzardo, anche tra la popolazione studentesca». Secondo la Relazione il fenomeno non ha ancora contorni precisi a cauisa delle diffcoltà a reperiri dati certi. Si sa comunque che la percentuale della popolazione coinvolta oscilla tra l'1,2 e il 3 per cento del totale, impennendosi («arriva al 7,5 per cento») quando l'universo di riferimento si restringe alla sola popolazione studentesca (15-19 anni). Ad ammettere di aver giocato in modo troppo coinvolgente e problematico sono soprattutto i maschi. Il ministro Riccardi auspica che si possa arrivare a «tutelare, in particolar modo, i soggetti pù deboli, come gli anziani e gli adolescenti, attraverso l'introduzione di una rigorosa disciplina sulla pubblicità e sulla conoscenza dell'alea connessa al singolo gioco».  Il consumo dell'alcol e gli episodi di ubriachezza tra gli studenti, infine, anche se in flessione, «meritano comunque particolare attenzione».

La Relazione al Parlamento ha anche quantificato il costo sociale del problema.
Tra i soldi necessari per l’acquisto delle sostanze, i fondi stanziati per le Forze dell'ordine impegnate nel contrasto, il costo del mantenimento dei detenuti accusati di trafficare sostanze stupefacenti, la spesa socio-sanitaria per i tossicodipentni e quella legata alla perdita di produttività, il costo sociale complessivo, nel 2011, è stato di  31,2 miliardi di euro, pari  al 2 per cento Porodotto interno lordo.

Un altro allarme, sottolinea il ministro Riccardi, lo provoca la crescente diffusione di «forme di dipendenza legate al gioco d'azzardo, anche tra la popolazione studentesca». Secondo la Relazione il fenomeno non ha ancora contorni precisi a cauisa delle diffcoltà a reperiri dati certi. Si sa comunque che la percentuale della popolazione coinvolta oscilla tra l'1,2 e il 3 per cento del totale, impennendosi («arriva al 7,5 per cento») quando l'universo di riferimento si restringe alla sola popolazione studentesca (15-19 anni). Ad ammettere di aver giocato in modo troppo coinvolgente e problematico sono soprattutto i maschi. Il ministro Riccardi auspica che si possa arrivare a «tutelare, in particolar modo, i soggetti pù deboli, come gli anziani e gli adolescenti, attraverso l'introduzione di una rigorosa disciplina sulla pubblicità e sulla conoscenza dell'alea connessa al singolo gioco».  Il consumo dell'alcol e gli episodi di ubriachezza tra gli studenti, infine, anche se in flessione, «meritano comunque particolare attenzione».

La Relazione al Parlamento ha anche quantificato il costo sociale del problema.
Tra i soldi necessari per l’acquisto delle sostanze, i fondi stanziati per le Forze dell'ordine impegnate nel contrasto, il costo del mantenimento dei detenuti accusati di trafficare sostanze stupefacenti, la spesa socio-sanitaria per i tossicodipentni e quella legata alla perdita di produttività, il costo sociale complessivo, nel 2011, è stato di  31,2 miliardi di euro, pari  al 2 per cento Porodotto interno lordo.

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