Un adulto su quattro in Europa ha provato sostanze stupefacenti. Ovvero 88 milioni di persone, soprattutto uomini. A indicarlo è la Relazione europea 2016 presentata a Lisbona dall'Osservatorio europeo sulle droghe e sulle tossicodipendenze, che indaga le tendenze e gli sviluppi del consumo e del mercato degli stupefacenti nei 28 Stati Ue, in Turchia e in Norvegia, esamina i rischi per la salute,. La sostanza di gran lunga più usata risulta la cannabis: sono 82 milioni i cittadini fra i 15 e i 64 anni che hanno dichiarato di aver provato almeno una volta la cannabis, contro i 17 milioni che hanno detto di aver fatto uso di cocaina. Un altro dato: nel 2014 tre sequestri su quattro hanno riguardato proprio la cannabis: 682mila sequestri di questa sostanza contro i 78mila di cocaina.
La produzione di cannabis, spiega il rapporto, "è diventata una delle principali fonti di reddito per la criminalità organizzata", generando un giro di affari di più di 9 miliardi di euro in un anno su un mercato globale delle droghe all'interno dell'Unione europa di circa 24 miliardi. Preoccupanti sono i costi sociali e sanitari che l'uso così massiccio e continuativo di questa sostanza provoca: si calcola infatti che l'1% degli adulti che fanno uso di cannabis la consumino quotidianamente o quasi. Dal 2006 2014 il numero di persone che la usano pressoché tutti i giorni è passato dal 46 al 54%. "La cannabis", si legge nella relazione, "è ora responsabile anche della maggior parte dei trattamenti ai quali i pazienti si sottopongono per la prima volta".
Quanto alla cocaina, il rapporto illustra che in Europa esiste in due forme: quella più comune è la polvere di cocaina, quella meno facilmente reperibile è la cocaina crack, assunta inalandone il fumo. La Spagna è il Paese nel quale vengono operati più sequestri. Il numero dei trattamenti sanitari per dipendenza da questa droga è stabile: il 74% delle richieste all'interno dell'Ue arrivano da Italia, Spagna e Regno Unito. Tra gli stimolanti, è allarmante il numero di persone che fanno ricorso alle amfetamine: 12 milioni sono i cittadini Ue adulti che ne fanno uso nell'arco della loro vita. Ma il dato più più allarmante del rapporto riguarda l'Mdma, quella che viene chiamata comunemente ecstasy: secondo l'osservatorio questa sostanza sta diventando "più popolare sia presso i consumatori abituali di stimolanti che presso una nuova generazione di giovani consumatori". Insomma, se prima si trattava di una droga molto pericolosa ma di nicchia, circoscritta alle discoteche, ora l'Mdma è penetrata in modo stabile tra cerchie più ampie di consumatori e in altri contesti di vita notturna come feste e pub.
Secondo la relazione, più di due milioni di giovani europei tra i 15 e i 34 anni ha dichiarato di aver fatto uso di ecstasy nell'ultimo anno, più di 13 milioni sono quelli che l'hanno provata almeno una volta. A influire sulla maggiore diffusione di questa droga sono i cambiamenti nelle tecniche di produzione e nella commercializzazione che ora avviene in modo più semplice, soprattutto attraverso la Rete. Nonostante tutto, però, il consumo di Mdma non viene ancora considerato motivo per sottoporsi a un trattamento specialistico della tossicodipendenza. E questo la rende ancora più subdola e pericolosa: i giovani non la percepiscono realmente come una droga, al pari della cocaina o dell'eroina, e tendono di conseguenza a sottovalutarne gli effetti nocivi. «La rinascita dell’ecstasy», spiega Alexis Goosdeel, direttore dell'Osservatorio, «porta con sé la necessità di ripensare gli interventi di prevenzione e le risposte atte a ridurre il danno esistente al fine di individuare e sostenere una nuova popolazione di consumatori che potrebbero utilizzare prodotti ad alto dosaggio, senza comprendere appieno i rischi associati». Nel 2014 appena 800 sono stati i pazienti che si sono sottoposti a trattamenti per la prima volta in Europa.
L'eroina resta una delle droghe più pericolose. I numeri relativi al consumo indicano un calo negli ultimi anni nelle nuove iniziazioni. I consumatori al alto rischio di oppiacei sono 1,3 milioni. Tuttavia il rapporto rivela un aumento nelle morti per overdose da eroina e altre sostanze oppiacee: nell'82% dei casi di overdose mortale sono riscontrati gli oppiacei. Il rapporto 2016 mette inoltre in evidenza la crescente complessità delle sostanze a disposizione, rispetto a quelle tradizionali, e il ruolo sempre più determinante della pratica della poliassunzione fra chi ha problemi di droga.
(Foto Reuters)