Gentile prof.ssa Spotorno, una mia cara amica ha un nipote che ha avuto un percorso scolastico molto accidentato. Fino alla terza media tutto bene, poi sono iniziati i guai. Prima la bocciatura al liceo classico, poi due anni di ripetenza in seconda liceo scientifico e infine la strada del recupero anni in un istituto privato che lo ha portato alla maturità. Peccato che non essendo un istituto parificato l’esame è stato fatto presso un’altra scuola ed è arrivata un’altra bocciatura. La famiglia non si può più permettere la costosa scuola privata e si chiede dove ha sbagliato. Mi pongo anch’io la stessa domanda e le chiedo se non sia possibile evitare prima che i ragazzi si perdano.
MARIA
— Cara Maria, la tua lettera pone tanti
interrogativi, a noi insegnanti, al sistema
scolastico e anche alle famiglie. Partirei dal
nostro sistema di istruzione e dalla scelta
che i nostri ragazzi devono fare alla fine
della terza media. Dalle tue parole
si capisce che fino a quel momento
le cose erano andate tutto sommato bene
ma una scelta fatta troppo presto ha
probabilmente innescato un insieme di
errori a catena. E veniamo agli insegnanti:
alle superiori, in modo particolare ai licei,
quando un ragazzo non riesce a ottenere
i risultati sperati, non sempre viene seguito
in un vero percorso di ri-orientamento.
I mesi passano, la situazione non cambia
e la bocciatura diventa l’unica strada che
si pensa percorribile. In realtà genera solo
frustrazione se non esiste al fianco del
ragazzo una famiglia capace di capirne
il senso e le ragioni che con chiarezza la
scuola stessa le dovrebbe dare. Quando
ciò non avviene spesso si chiudono e si
sbattono porte senza sapere bene poi
dove andare. A volte le famiglie vivono
come un fallimento un figlio che non fa
un liceo e allora perseverano nell’errore:
altro liceo altro fallimento. A questo punto
anche se c’è chi ti dà un buon consiglio
è difficile ripartire magari da un corso
di studio meno impegnativo di quello
liceale e allora appaiono le scorciatoie e i
miraggi: recupero il tempo perso, tre anni
in uno! È evidente a tutti che la strada
è molto in salita, ma se si incontrano
imbonitori che promettono miracoli
spesso ci si casca. Anche perché è chiaro che
il programma di due o tre anni compresso
in un anno solo sarà molto ridotto.
Solitamente però se gli anni intermedi
in un modo o nell’altro si riescono
a passare i problemi possono nascere alla
maturità. Qui la commissione d’esame, che
è formata anche da docenti della scuola
pubblica, il più delle volte non può far
altro che constatare una preparazione
a dir poco frettolosa con l’inevitabile
conseguenza della bocciatura. Capisco la
disperazione di queste famiglie ma, con
l’illusione di non perder tempo,
in realtà oltre al tempo perdono denaro e
l’occasione formativa che una scuola seria,
pubblica o privata che sia, può dare.