Papa Francesco con il presidente Napolitano (Reuters).
Lo scandalo della corruzione capitolina non poteva lasciare indifferenti le massime istituzioni italiane e vaticane. Il riferimento agli scandali romani è stato esplicito sia nel discorso di papa Francesco durante l'omelia del Te Deum, che in quello del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel suo discorso di fine anno. Un discorso che certo deve essere piaciuto a Bergoglio, soprattutto per il riferimento ai giovani senza lavoro e all'impegno unitario per uscire, insieme dalla crisi. Le «masse di giovani tenute fuori o ai margini del mercato del lavoro» sono da sempre al centro dell'attenzione di papa Francesco che sicuramente ha trovato un'assonanza forte nelle parole di Napolitano.
L'amicizia tra i due nata subito fin dal primo incontro dell'8 giugno del 2013 si è via via consolidata. Nell'ultimo incontro dello scorso 21 novembre il presidente Napolitano è rimasto a Santa Marta per quasi un'ora e mezzo. Qualche giorno dopo un comunicato del Quirinale sottolineava che papa Bergoglio si è fatto portatore «di un messaggio di pace e speranza
universale che ha trovato ampia eco nel nostro Paese e nel mondo
intero, lasciando nelle coscienze di credenti e non credenti un
segno profondo. Il nostro recente incontro in Vaticano ha
permesso, ancora una volta, di riaffermare una sintonia di fondo
tra Stato Italiano e Chiesa Cattolica nell'impegno verso gli
strati più deboli della società, gli immigrati, i poveri e gli
emarginati».
Ed è sulla pace che Napolitano è tornato a citare papa Francesco nel discorso di fine anno. E, sicuramente, Oltretevere, l'impegno del nostro Paese per la pace, in questo primo giorno dell'anno dedicato proprio a questo tema, è suonato come un' ulteriore promessa di continuare a costruire un Paese e una società migliori. Un discorso, quello di Napolitano, che per ben due volte ha citato il Pontefice, che ha avuto tutte le parole chiave care in Vaticano: riforma, giovani, lavoro, pace, attenzione agli ultimi. E, infine, speranza. Sprone a ritrovare le energie migliori per tornare, per dirla con Bergoglio, «a essere liberi e non più schiavi».