Fa discutere in questi giorni la possibilità Giovanni Scattone, condannato per omicidio colposo di Marta Russo, la studentessa di 22 anni della Sapienza a Roma nel 1997 uccisa da un proiettile mentre camminava nei vialetti dell'Università con un'amica, possa insegnare psicologia al liceo Einaudi. Già in passato l’uomo, condannato con sentenza definitiva dalla Cassazione a cinque anni e quattro mesi di reclusione, che ha scontato, ha realizzato supplenze ma in un’occasione, nel 2011, aveva rinunciato all’incarico perché la chiamata arrivava dal liceo scientifico Cavour, la scuola frequentata da Marta Russo prima dell’università. Anche allora c’erano state molte polemiche a cominciare dalla famiglia che anche in questo caso contesta che Scattone possa fare l’insegnante e l’educatore e lo invita a trovarsi un altro lavoro. "Non è la prima volta – ha commentato la madre al Corriere della sera -, ed ancora restiamo sconvolti. Non si può pensare che una persona del genere, che non ha neanche mai chiesto perdono, possa fare l'educatore. Tra l'altro con un posto fisso". In questo caso infatti l'ex assistente di filosofia del diritto ha vinto una cattedra a cui pare non abbia intenzione di rinunciare.