“C’è un rapporto speciale tra papa Francesco e i bambini. Un anno di abbracci e di tenerezza, di profetiche denunce e di richiami per una maggiore attenzione e protezione. E tanta preghiera per i piccoli e i deboli”.
A un anno dall’inizio del pontificato di Francesco, don Fortunato di Noto, il fondatore di Meter, il sacerdote che ha fatto della difesa dei minori la sua vocazione, interviene per evidenziare la tenerezza e il senso paterno espresso da papa Bergoglio in occasione di ogni incontro con i fanciulli e i ragazzi.
don Fortunato Di Noto
“Il Papa ha per loro una particolare sensibilità”, afferma il sacerdote: “Lo scorgiamo quando li incontra, da come dialoga con loro e come richiama le famiglie ad occuparsi di loro: senza distrazione. Perché chi si distrae, o non vive il tempo con i figli, rischia di perderli”.
“Prima da prete – aggiunge don Di Noto - e ancora oggi da papa, Francesco ha sempre cercato di trasmettere con il suo stile di vita un amore particolare verso i bambini e gli anziani. In tante occasioni, parole e gesti per i piccoli hanno caratterizzato l’essere “diacono, sacerdote, vescovo” regalandoci l’audacia della tenerezza di Dio e il coraggio della denuncia in un mondo lacerato da violenze contro i minori e i deboli”. E poi ancora ricorda i richiami del papa ad aprire il cuore ai fanciulli: “Ha detto Francesco: ‘I bambini sono amati da Gesù’ e ‘il coro più bello è il rumore dei bambini’ perché in quel rumore ritroviamo la vita. Con il loro “farfugliamento” i bambini esprimono il totale abbandono che Dio ha vissuto con il farsi lui stesso “Bambino”.
E poi osserva ancora: “Per entrare nel regno di Dio dobbiamo bandire, estirpare ogni forma di violenza e di sopraffazione, di rifiuto e di abbandono, di sfruttamento di innocenti con mani omicide. La conversione inizia con l’accogliere il ‘Bambino’ Gesù. Ecco cosa ci ricorda papa Francesco”, dice Di Noto che infine sottolinea come questo papa sia capace di farsi compagno di strada, insegnando il valore dell’educazione: “E’ nella gratuità del tempo dedicato ai figli, che si recupera il senso dell’accompagnamento e della trasmissione dei valori della vita e della fede”.
E paragona il pontefice a un “capostazione” accogliente, che non solo riceve chi scende dal treno, “ma prima di farlo ripartire, vi sale a bordo per stare con i suoi piccoli passeggeri, i prediletti del Signore, con il carico delle loro storie, liete e drammatiche”.
“Chi incontra papa Francesco percepisce l’evangelica promessa di Gesù: ‘Non vi lascerò soli’. I bambini e gli anziani (che sono i ‘bambini saggi’, come li ha poeticamente definiti), costituiscono il futuro dei popoli, come ricordato spesso dal pontefice: ‘I bambini perché porteranno avanti la storia, gli anziani perché trasmettono l'esperienza e la saggezza della loro vita’”.
Quello del papa non è un “sentimento romantico, patinato”, conclude don Di Noto. “E non è soltanto una questione di sensibilità personale: è Dio stesso, rivelatosi in Gesù Cristo, che ci ispira tale cura e affezione. I bambini hanno il diritto di conoscere chi li ama con un amore di padre e di madre e non li dimentica per alcun motivo”.