Questo pomeriggio, Sergio Toppi, uno dei più noti illustratori e fumettisti del mondo è morto a Milano. Avrebbe compiuto 80 anni a ottobre.
Sergio Toppi era un signore schivo di antica cortesia e solo attraverso il guizzo che si intravede nei suoi occhi schermati da grandi occhiali, si intuiva la sua vivacità, l’ampia curiosità e la vitalità che esprimeva nel suo disegno. Uno sguardo sottile e un sorriso benevolo, ma non condiscendente. Un artista che emanava consapevolezza e signorilità, ovvero quella caratteristica con cui si padroneggiano le cose senza tiranneggiarle.
Il suo disegno ha un tratto marcato, un segno definito, mai incerto. Un disegno che non si presta a equivoci, che crea magia perché allo stesso tempo definisce ed evoca.
L’atto del vedere, che precede il narrare, è il compagno segreto di ogni artista, lo era a maggior ragione per Toppi, un osservatore eccezionale, un divoratore di immagini e un attento indagatore di ciò che esse rappresentano e di ciò a cui alludono e rimandano.
Toppi ha sempre amato le immagini le ha scrutate e studiate. E il suo osservare si riversava nelle sue storie, nel cogliere il dettaglio, nel rilanciarlo ora ingrandendolo ora inserendolo nello sfondo, ora mettendolo a fondamento di una storia.
Sergio Toppi era nato a Milano l’11 ottobre 1932. Abbandonati gli studi di medicina si dedicò al disegno esordendo come illustratore agli inizi degli anni Cinquanta sull’Enciclopedia dei Ragazzi della Mondadori. Ha collabora con lo Studio Pagot come intercalatore per spot e cartoni animati e ha iniziato a pubblicare fumetti sulle pagine del «Corriere dei Piccoli».
Ha disegnato le sue storie per il «Corriere dei Piccoli», «il Messaggero dei Ragazzi», «Linus», «Alter Alter», «Corto Maltese», «L'Eternauta», «Comic Art», la Sergio Bonelli Editore e per «il Giornalino».
Ha collaborato con molte case editrici italiane ed estere come illustratore, pubblicando per Mondadori, Garzanti, Utet, Larousse, Mosquito, Planeta, Eckart Schott, Enaudi, San Paolo, Piemme e per pubblicazioni periodiche come «Famiglia Cristina», «Corriere della Sera», «Selezione Reader’s Digest», «Times» e «Le Figaro». Ha vinto numerosi premi nazionali e internazionali mentre il suo stile inconfondibile ha ispirato autori di altissimo livello come Frak Miller, Tom Palmer, Howard Chaykin, Walter Simonson.
Stefano Gorla
Direttore de «il Giornalino»
e dell’Area Ragazzi Periodici San Paolo
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Sergio Toppi ha collaborato per oltre trent’anni con «il Giornalino», con una produzione molto ampia per il mondo dei ragazzi che lo hanno apprezzano moltissimo.
Questo a volte stupisce, soprattutto chi non ha esperienza di ragazzi. I ragazzi sono affascinati dalle storie e amano sentirsele raccontare e Toppi lo ha fatto in modo magistrale.
I ragazzi amano il bello, il buono e il vero e non vogliono essere ingannati, vogliono essere presi sul serio e questo il disegno di Toppi l’ha sempre fatto, incantando ragazzi e adulti con le sue storie e i suoi disegni che trasudano verità.
Nella prima metà degli anni Settanta Toppi si avvicinò al «Giornalino», in un periodo di grande fermento per la testata che pubblicava autori di primissimo piano, da De Luca a Landolfi, Giovannini e D’Antonio, sempre alla ricerca di nuove modalità di racconto e soluzioni grafiche innovative.
La sua prima storia, “Amore alla vita”, dove Toppi affronta il mondo letterario di Jack London, venne pubblicata nel 1976. È la prima di una serie di avventure che vide Toppi misurarsi con i classici della letteratura e con racconti che nascono dalla cronaca e dalla storia ambedue rilette alla luce dell’avventura.
Storie brevi e avventure lunghe, proposte da autore completo, occupandosi sia dei testi che dei disegni, sia lavorando su testi di altri autori: tra tutti ricordiamo la collaborazione con Gino D’Antonio con cui crea, fra l’altro, la saga ecologista di «Magda & Moroni».
Grande spazio Toppi dedicò a personaggi storici, sempre trattati con una particolare sensibilità e uno sguardo non convenzionale: il beato Giacomo Alberione, Federico II di Svevia, Carlo Magno, Don Gnocchi, Archimede, Gengis Khan, l’apostolo dell’Africa Daniele Comboni, Ambrogio da Milano e la biografia a fumetti di Karol Wojtyla, che venne tradotta in più lingue per diversi paesi. Di particolare intensità è una serie sceneggiata da Beppe Ramello dal doppio titolo: «In quel giorno…» e «Un uomo chiamato Gesù», dove si raccontano episodi tratti dal Vangelo che ripercorrono la vita di Gesù senza mai mostrarlo, una narrazione che ben esprime lo sguardo di Toppi sulla storia.
Per «il Giornalino» copiosa è stata anche la produzione di illustrazioni per l’inserto «Conoscere Insieme», dove Toppi ha illustrato magistralmente personaggi storici, tematiche legate alla storia, alla scienza, alla religione: immagini dallo sviluppo solitamente verticale, quasi un marchio di fabbrica, su uno sfondo composto da altre figure che, didascalicamente, accompagnano l’avvenimento o il personaggio narrato.
Una collaborazione, quella con «il Giornalino» che non si era ancora esaurita, sempre in attesa della prossima storia.
Nel 2010, «il Giornalino» con il Museo del Italiano del fumetto e dell’immagine di Lucca hanno dedicato a Toppi 12 volumi sotto il titolo “Sulle rotte dell’immaginario”, riorganizzando sotto la sua supervisione circo l’80% della sua opera. Un omaggio dettato dall’affetto e dal bisogni di offrire ai più molti dei materiali sparsi su riviste italiane e straniere, racconti brevi e illustrazioni. Un omaggio a un grande del fumetto e dell’illustrazione mondiale.
Stefano Gorla
Direttore de «il Giornalino»
e dell’Area Ragazzi Periodici San Paolo