E' vero che "Se sei buono ti compro"?

È vero che il consumatore tende sempre più a preferire il prodotto “buono”, non solo per qualità o prezzo, ma anche per il fatto che l’azienda che lo produce rispetta l’ambiente, o fa attività di solidarietà?
E quanto influiscono queste buone pratiche nella scelta d’acquisto? È uno dei quesiti cui cercherà di rispondere il convegno “Se sei buono ti compro”, organizzato da Famiglia Cristiana insieme a Centromarca, l’associazione che raggruppa oltre 200 grandi marchi dell’industria.
Il meeting – a Milano, il 15 ottobre – presenterà due ricerche sulla percezione dei valori di “responsabilità sociale delle imprese” da parte delle famiglie e su come influenza le scelte di consumo. Gli studi indagano i due “attori” principali: consumatori e aziende.

Dei primi si occuperà Monica Fabris, sociologa e presidente di Episteme, analizzando il comportamento delle famiglie: quali sono le attuali tendenze; quali i valori su cui si innesta l’azione di responsabilità sociale; quanto attrae l’acquirante.
Invece, Paolo Bersani, partner di PricewaterhouseCoupers, farà una “fotografia” su quanto stanno realizzando le aziende: qual è il loro grado di “cultura” verso queste buone pratiche, quanto vi investono, come vengono incontro a un’aspettativa crescente di “valorialità” da parte del cittadino/consumatore.

Il convegno, introdotto dal direttore di Famiglia Cristiana don Antonio Sciortino, proseguirà con un dibattito fra tre “capitani d’impresa” (Angelo Trocchi, di Unilever; Vito Gulli, di As do Mar-Generale Conserve; Alberto Frausin, di Carlsberg Italia) e due esperti di comunicazione Alberto De Martini (agenzia di pubblicità Red Cell) e Roberto Zanaboni (Fcp-AssoInternet).
L’economista Stefano Zamagni trarrà alcune conclusioni di natura etica sul tema. (L.S.)