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giovedì 19 giugno 2025
 
 

E Barcellona "tradisce" Zapatero

29/11/2010  Alle elezioni regionali che si sono svolte in Catalogna il Partito socialista ha subìto una pesante battuta d'arresto.

    Se c'era bisogno di una conferma, le elezioni regionali della Catalogna l'hanno fornita: la popolarità del premier spagnolo Zapatero è ai minimi storici. Il voto della prospera regione con Barcellona capitale, motore economico della Spagna, punisce pesantemente il Partito socialista, che in Catalogna ha sempre contato su un sostegno forte, e il governatore uscente José Montilla. Con i socialisti è stato sconfitto il tripartito di sinistra, che negli ultimi sette anni ha governato la regione.

    Una batosta epocale: per il partito di Zapatero si tratta del peggior risultato in Catalogna di tutta la sua storia. I catalani hanno scelto il partito nazionalista Convergència i Unió di Arturo Mas, che si è imposto chiaramente come vincitore e sarà il nuovo premier regionale. Ma anche il Partito popolare di Mariano Rajoy, che festeggia il risultato migliore ottenuto in questa regione fortemente autonomista. Ai socialisti adesso resta solo la Carta dell'Ajuntament (il municipio) di Barcellona, che il PSC (il Partito socialista catalano) mantiene saldamente nelle sue mani da 32 anni. Alle elezioni comunali di maggio 2011 si vedrà. Nel nuovo Parlamento regionale uscito dal voto, una novità è l'ingresso con tre deputati di Solidaritat Catalana per la Independència, il nuovo partito fondado alcuni mesi fa da Joan Laporta, l'ex presidente del Barcellona calcio. E per un soffio non è entrato in Parlamento Plataforma per Catalunya, partito xenofobo di estrema destra che predica la tolleranza zero e un giro di vite contro l'immigrazione. 

     E se è vero che il risultato delle elezioni regionali non va interpretato in chiave nazionale, è difficile non leggere questo voto in prospettiva delle elezioni generali che si terranno nel 2012, tanto che il leader dei Popolari Rajoy afferma che la sconfitta alle legislative del 2008 fu dovuta in gran parte proprio al mancato appoggio della Catalogna, raccoforte socialista almeno fino all'altroieri. A pesare sullo spostamento delle preferenze di voto dei catalani ha contribuito certamente la crisi economica che ha investito la Spagna. Ma anche, e soprattutto, una crisi politica più locale, con la clamorosa sentenza della Corte costituzionale spagnola che a luglio scorso ha bocciato alcuni punti fondamentali dello Statuto di autonomia catalano, rigettando in particolare la definizione di Catalogna come nazione.
    

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