E-book o non e-book, questo è il dilemma. Lettori di tutto il mondo, il momento tanto atteso, o temuto, è arrivato: il libro elettronico sta per arrivare. Dopo tanti annunci, promesse, precoci salti in avanti e marce indietro, ora si fa sul serio. Sembra ormai evidente che la possibilità di leggere su un supporto elettronico romanzi, saggi e qualsiasi altro testo (giornali compresi) è diventata reale.
A questo punto, all’utente – dovremo chiamare così, d’ora in poi, i lettori? – si impone l’amletica scelta: restare fedeli al caro vecchio libro di carta, continuare ad annusarlo (non è un modo di dire: molti bibliofili lo fanno davvero), tenerlo fra le mani, riporlo sul comodino, metterlo in valigia, infine fargli fare bella mostra di sé (e di noi) nella libreria in salotto, o aprirsi al nuovo? A ben vedere, gli argomenti che spingono tanti a giurare fedeltà eterna al cartaceo, sono di natura quasi esclusivamente romantica. Mentre è l’argomento economico, con tutta la brutale forza dei numeri, a far pendere la bilancia verso l’e-book…
Cosa significa? Presto detto: fate un giretto su Ibs, la più diffusa piattaforma di vendita on line di libri, Cd, Dvd. Da qualche giorno trovate anche l’icona e-book: cliccate e vedete. C’è ad esempio un Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll a 2,90 euro, I Malavoglia di Giovanni Verga allo stesso prezzo, Il processo di Franz Kafka pure… Soprattutto classici, ma vi pare poco? Non manca un Alberghi e ristoranti d’Italia del Touring a 9,90 euro. Ecco, trasferitivi, sempre su Ibs, nella sezione dei normali e vecchi ordini e fate un confronto: quest’ultima guida costa 22,00 euro…
Insomma, la rivoluzione è cominciata. Lo si era capito da una serie di segnali. Ibs a parte (sono 400 i titoli per ora messi a disposizione, su formato Pdf o ePub, ma aumenteranno rapidamente), nel giro di pochissime settimane, e in tempo per il Salone del libro di Torino, sono state annunciate le tre grandi piattaforme che forniranno i libri in formato digitale.
Ha anticipato tutti il gruppo Mondadori, che da tempo ha investito molto su questa scommessa. Al colosso di Segrate ha risposto qualche giorno fa Edigita -Editoria digitale italiana, la piattaforma dedicata alla distribuzione degli e-book promossa da Feltrinelli, Messaggerie italiane, il Gruppo Mauri Sagnol (che include molti marchi storici) ed Rcs. Di lì a poco, ecco spuntare anche il terzo polo dell’editoria elettronica: si chiama BookRepublic. A partire da giugno distribuirà in formato digitale autori di rilievo come Jonatham Lethem, Amelie Nothomb, Milena Agus. Vi aderiscono editori come Il Saggiatore, Nutrimenti, Marcos y Marcos, Nottetempo, Voland, Il Maestrale, Instar.
La sfida è partita, e le squadre sono già scese in campo: Mondadori contro tutti, Edigita che tenterà di contrastare il primato mondadoriano, un terzo polo che cercherà di non rimanere schiacciato nella morsa, ritagliandosi un suo mercato. Quel che è certo, è che non è più possibile tirarsi indietro.
Che cosa dobbiamo aspettarci? Cosa succederà nei prossimi mesi? Scomparirà il libro di carta? Per rispondere, è sempre buona regola andare a vedere che cosa è accaduto a chi è arrivato prima di noi, cioè negli Stati Uniti. Nel 2007 la percentuale di e-book sul valore del venduto è stata dello 0,3 per cento; nel 2008, dello 0,5 per cento; nel 2009, dell’1,31 per cento. Nel 2010, il balzo: a gennaio, il libro elettronico ha conquistato il 3,9 per cento del mercato, e a febbraio il 5,9 (la fonte è l’Association of America publisher). La quota stimata per il 2015 si assesta fra il 15 e il 20 per cento.
E l’Italia? Ecco le stime elaborate da Cefriel (opera dal 1988 come centro per l’innovazione, la ricerca e la formazione nel settore dell’Information & Communication Technology). Nel 2011 la quota di mercato del libro in formato digitale si porrà fra lo 0,25 e lo 0,71 per cento; nel 2012 fra lo 0,51 e l’1,46; per arrivare nel 2015 a una stima che oscilla fra il 4,04 per cento e il 12,52 per cento, per un valore 65 milioni di euro. L’indagine della NielsenBookScan presentata il 13 maggio a Torino afferma che l’e-book comincia a ricoprire un ruolo interessante. Nel 2010 l’1,5 per cento del catalogo sarà disponibile nel nuovo formato.
Ma il dato più rilevante è un altro: l’abitudine a leggere su schermi digitali è triplicata in tre anni. Oggi riguarda quasi due milioni di italiani, oltre i 14 anni. Contrariamente a quanto si potrebbe presumere, i cosiddetti lettori forti sono i più inclini ad accedere all’e-book attraverso e-reader, per studio, lavoro o svago. Che ne sarà dei diritti d’autore? Le case editrici ci guadagneranno o rimetteranno, visto che l’Iva sui prodotti elettronici è al 20 per cento, mentre quella sui libri al 4? Ai posteri l’ardua sentenza.