Sei anni di guerra in Siria ci lasciano un bilancio pesantissimo: e fare le spese dei continui bombardamenti e attentati terroristici sono in particolare i bambini, in tutto 8 milioni. Secondo l’ultimo rapporto dell’Unicef “Hitting Rock Bottom” (letteralmente: toccando il fondo) il 2016 l’anno peggiore per i bambini della Siria. 652 bambini sono rimasti uccisi (con un aumento del 20% rispetto al 2015) e 647 feriti. 255 sono stati uccisi all’interno o nei pressi di scuole. Oltre 850 bambini (anche di 7 anni) sono stati reclutati per combattere nel conflitto, oltre il doppio di quelli reclutati nel 2015. I bambini sono stati utilizzati e reclutati per combattere direttamente sulle linee del fronte e stanno assumendo un ruolo sempre più attivo nei combattimenti, compresi casi estremi di utilizzo come esecutori, attentatori suicidi o guardie carcerarie. E ancora si sono verificati almeno 338 attacchi contro ospedali e personale medico. Oltre alle bombe, ai proiettili e alle esplosioni, i bambini spesso muoiono in silenzio per malattie facilmente prevenibili. L’accesso alle cure mediche, ad aiuti salva vita e ad altri servizi di base resta ancora difficoltoso. In Siria, 1,7 milioni di bambini non stanno andando a scuola. Nei Paesi vicini sono 530.000. Una scuola su non può essere utilizzata in quanto danneggiata, distrutta, usata come rifugio dalle famiglie sfollate o a scopi militari.
In tutto 2,8 milioni vivono in aree difficili da raggiungere, compresi 280.000 bambini in aree sotto assedio. Circa 6 milioni di bambini adesso dipendono dall’assistenza umanitaria. Milioni di bambini sono sfollati, alcuni fino a 7 volte. Oltre 2,3 milioni di bambini vivono come rifugiati in Turchia, Libano, Giordania, Egitto e Iraq. In generale l’85% della popolazione siriana vive al di sotto della soglia di povertà, il 69% vive in condizioni di povertà estrema.
All’interno della Siria e ai confini, i meccanismi di adattamento sono al limite, e le famiglie stanno attuando misure estreme di sopravvivenza, spesso spingendo i bambini a contrarre matrimoni precoci o al lavoro minorile. In oltre due terzi delle famiglie, i bambini lavorano per sostenerle, molti in condizioni estreme, inappropriate anche per gli adulti.
Ma nonostante gli orrori e le sofferenze, ci sono tante storie di bambini determinati a seguire le proprie speranze e aspirazioni. Darsy (12 anni), adesso rifugiato in Turchia, ha detto: “Voglio diventare un chirurgo per aiutare i malati e le persone ferite in Siria. Io sogno una Siria senza guerra, così da poter tornare a casa. Sogno un mondo senza guerre”.
“Noi continuiamo ad essere testimoni del coraggio dei bambini della Siria. Molti hanno superato aree di combattimento solo per sostenere gli esami scolastici. Questi bambini continuano ad apprendere, anche in scuole sotterranee. Ci sono così tante cose che possiamo fare e che dovrebbero essere fatte per cambiare tutto questo per i bambini della Siria,” ha dichiarato Geert Cappelaere, Direttore Regionale dell’UNICEF per il Nord Africa e il Medio Oriente, parlando ad Homs in Siria .