Cinquant’anni di studi e ricerche sulla famiglia in Italia: è la ricorrenza, compleanno e bilancio programmatico che il Cisf celebra mettendo al centro, ancora una volta, l’importanza delle relazioni familiari e della rete sociale che le circonda. È stato quasi naturale, per il Cisf, scegliere un progetto culturale come la mostra fotografica We, home (che apre a Milano il 15 maggio fino al 31, nella sede dell’Ambrosianeum) per testimoniare l’unicità della sua storia di indagine scientifica e lo ha fatto cercando di raccontare, attraverso 50 immagini di famiglie, il tempo che stiamo vivendo secondo uno sguardo sia prospettico sia intergenerazionale. Il Cisf è stato fondato nel 1974 a Milano da don Giuseppe Zilli, indimenticato direttore di Famiglia Cristiana, per affiancare con approfondimenti scientifici il lavoro giornalistico del settimanale, per “parlare di tutto cristianamente”, come aveva profeticamente chiesto il fondatore della famiglia paolina, il beato don Giacomo Alberione.
Con quel mandato così importante, ha svolto le sue ricerche in decenni segnati da svolte epocali sul piano legislativo, culturale, sociale, sforzandosi sempre di essere interprete di quei cambiamenti alla luce di una visione antropologica che vede la famiglia come il luogo in cui la persona sperimenta la relazione, la differenza e l’intergenerazionalità. Ovviamente, il Cisf deve moltissimo a tanti studiosi ed esperti, in particolare a coloro che, dal 1989, hanno contribuito alla realizzazione dello storico Rapporto Cisf sulla famiglia. Volumi tematici che hanno rappresentato delle pietre miliari nella storia della ricerca sulla famiglia e alimentato un proficuo dibattito culturale e politico, affrontando temi complessi e precorrendo i tempi.
Dopo l’emergenza pandemica, il Cisf ha rinnovato il proprio comitato scientifico, allargando ulteriormente il suo orizzonte disciplinare, e ha dato vita a un Cisf Family Report a cadenza annuale, più agile e capace di farsi interprete di una realtà in continuo cambiamento (nel 2022 è stato approfondito l’intreccio tra digitale e relazioni familiari; nel 2023, il tema delle politiche familiari e fiscali). In questo contesto, nel 2024 la celebrazione dei 50 anni si accompagna a un grande tema di studio dedicato alla dimensione dell’abitare delle famiglie: Abitare la casa, la città, il Creato. Una riflessione correlata alla mostra We, home, il cui titolo richiama due distinti concetti: da un lato un “noi” (We, in inglese) che definisce la famiglia come spazio di relazioni e di cura reciproca; dall’altro, un’idea di “casa” che va ben oltre il concetto di spazio abitativo. “Essere casa” si riferisce qui a un abitare intenzionale; in inglese infatti home è anche verbo: non solo spazio che protegge dall’esterno, ma luogo in cui costruire relazioni, fiducia e accoglienza.
In copertina, una delle dieci famiglie presenti in mostra: papà Robeto, Emma e mamma Valentina
Foto di Simone Durante