Sofia ha otto anni e frequenta la terza elementare. Quest’anno hanno iniziato a studiare e vedo tutta la fatica che questo passaggio comporta. Drammi se i concetti sono molteplici e complessi, panico da “non mi ricordo niente”.
Pazientemente, ogni tanto no, io mi siedo accanto a lei, leggiamo insieme le domande a cui deve saper rispondere, cerchiamo insieme le risposte senza studiarle a memoria (penso a Scienze e Geografia) ma cercando il più possibile di capire. Mi chiedo se sia lei che fa così fatica o se è lo scoglio naturale da affrontare quando stai imparando a studiare. Ha suggerimenti per rendere meno pesante/stressante lo studio?
CHIARA
Risposta di Paola Spotorno
– Cara Chiara, in terza elementare si iniziano a studiare discipline come Storia e Geografi a che hanno la necessità di essere capite prima di venire memorizzate. È un lavoro faticoso che richiede un impegno diverso rispetto al passato. Infatti prevede la comprensione dei contenuti che si stanno affrontando e che non sempre sembrano avere un senso per un bambino di quell’età.
È naturale, quindi, che ci sia fatica e resistenza, ma, come ha imparato a scrivere e a leggere, così piano piano imparerà ad affrontare questa nuova sfi da. Usando i termini di chi si occupa di apprendimento, inizia quel lungo viaggio di “imparare a imparare” che non la abbandonerà più per tutta la vita. Leggere, comprendere, memorizzare, provare e riprovare questo è il nocciolo della questione. Non so se ricordi la scena in cui Amanda Sandrelli, nel film Non ci resta che piangere, gioca con una palla lanciandola in aria.
Troisi la guarda con ammirazione e le chiede come faccia a essere così brava e lei risponde: «Provare, provare, provare, riprovare e poi riesce bene». Potresti farla vedere a tua fi glia e ragionare con lei su come, con l’esercizio, poi tutto sembri facile. È come andare in bici, quando hai imparato non lo dimentichi più.