Ora è ufficiale: senza attendere le “pagelle” della Cabina di regia nazionale, e senza polemiche isteriche sulla classificazione, l’Alto Adige, "zona gialla" fino a ieri, si autonomina “Zona rossa”. A disporlo è una nuova ordinanza provinciale, che ha esteso le misure previste per i comuni che erano già classificati a maggior rischio anche a tutti gli altri. Così, mentre i presidenti di Regione urlano e protestano contro l’assegnazione ritenuta “arbitraria” nelle zone rosse e arancioni, in controtendenza la Provincia Autonoma decide di adottare le misure più rigorose, saltando di due zone in un colpo solo.
A spingere la Provincia alla nuova stretta, ha spiegato l'assessore alla Sanità Widmann, è stata l'accelerazione degli ultimi giorni dell'andamento del contagio. Stabilmente sopra i settecento al giorno i nuovi casi, mentre le persone ricoverate sono ormai oltre quattrocento, 39 delle quali in terapia intensiva. Numeri che stanno mettendo a dura prova il sistema sanitario, più ancora dell’inverno scorso. “Una situazione molto critica. Come previsto dal decreto legge i governatori possono adottare, qualora il caso lo richieda, provvedimenti più restrittivi, e noi ci troviamo in questa situazione”, ha commentato il presidente Arno Kompatscher. E in settimana, ha annunciato Widmann, potrebbero essere varate misure ancora più restrittive, che porterebbero l'Alto Adige a un lockdown totale.
Per ora è vietato ogni spostamento, sia tra i comuni che all'interno di essi se non per comprovate esigenze lavorative o scolastiche, per motivi di salute o per situazioni di necessità o urgenza. Tra queste ultime sono contemplate l'assistenza a persone bisognose di cura e l'accompagnamento dei cani alla più vicina area attrezzata, oltre che naturalmente la spesa. Ammesse anche le passeggiate, purché in prossimità della propria abitazione e lo svolgimento di attività sportiva ma esclusivamente all'aperto e in forma individuale. A scuola torna la didattica in presenza fino alla prima media, ma con obbligo di mascherina in classe, anche durante la lezione.
Resteranno chiusi bar, ristoranti, gran parte degli altri esercizi commerciali, parrucchieri e servizi per la cura della persone tranne le lavanderie. Apertura sempre consentita, anche la domenica, per farmacie, parafarmacie, edicole e tabaccherie, mentre i negozi di generi alimentari potranno aprire dal lunedì al sabato con obbligo di chiusura la domenica. Nella primavera scorsa la Provincia autonoma anticipò la “fase due” rispetto al resto d’Italia, rendendo il lockdown più morbido. Stavolta ha deciso l’opposto.(fonte TGR)
Nella foto d'apertura: il presidente Arno Kompatscher..