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venerdì 23 maggio 2025
 
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E la Francia rivive l'incubo del Bataclan

22/03/2016  Dopo gli attacchi a Bruxelles, la paura torna nella capitale francese. Tutto il sistema di sicurezza é stato ripreso in mano e vagliato nei minimi particolari e nelle minime debolezze. Le falle dei controlli di sorveglianza erano venute fuori già dopo gli attentati del 13 novembre.

Almeno un centinaio di CRS (poliziotti in assetto anti-sommossa) sono disposti all’entrata della Gare du Nord, la stazione dove partono I treni veloci per Londra e per Bruxelles. Dopo gli attentati sanguinosi di questa mattina nella capitale belga, l’allerta é ai massimi livelli. Un allarme bomba é scattato alcune ore fa nella stazione, tutti i passeggeri sono stati fatti evacuare nella grande spianata di fronte alla gare ottocentesca diventata uno degli snodi ferroviari più importanti della capitale francese. I poliziotti avevano cominciato ad affluire questa mattina presto. La gendarmerie francese sta fiancheggiando quella belga nell’identificazione dei responsabili dopo che l’altro ieri, l’ultra-ricercato Salah Abdeslam é finito in manette nel sobborgo di Molenbeek, catturato da un commando franco-belga. A Parigi si teme che uno degli individui sfuggiti al blitz di Molenbeek, Najim Laachraoui, identificato come l’artificiere degli attentati del 13 novembre, possa tornare in Francia, per trovare rifugio dopo che Bruxelles é finita nel setaccio degli inquirenti. Per questo, ogni connessione ferroviaria o autostradale col Belgio é stata minuziosamente controllata fino a questa mattina. Quando la notizia dell’attacco all’aereoporto é stata trasmessa dai media, le truppe d’assalto si trovavano già alla stazione. Da quell momento, ogni treno per Bruxelles é stato sospeso e le frontiere sono state chiuse a tempo indeterminato. Alle 14h00 é scattato un allarme bomba, per un pacco sospetto abbandonato su uno dei treni ad alta velocità fermato dopo lo stop ufficiale dei convogli per Bruxelles.

Molti abitanti di Molenbeek, sobborgo “caldo” di Bruxelles, fucina di terroristi salafiti legati a Al Qaeda e allo Stato Islamico, non facevano segreto della loro preoccupazione già alla vigilia dell’attentato: “La faranno pagare. L’hanno arrestato e ora temono che parli. La faranno pagare” diceva un uomo di origini algerine, proprietario di un negozio del quartiere. Le minacce si sono concretizzate più rapidamente di quanto ci si aspettasse, forse per scongiurare la possibilità,che Abdeslam potesse parlare agli inquirenti del nuovo piano criminale. La cellula sembra infatti sempre più verosimilmente collegata al commando del 13 novembre. Abdeslam sapeva. Il Ministro dell’Interno Cazeneuve mantiene a Parigi lo stato d’allerta in vigore ormai da quasi cinque mesi. L’allerta é in corso anche negli aereoporti di Roissy Charles De Gaulle e Orly. Tutto il sistema di sicurezza é stato ripreso in mano e vagliato nei minimi particolari e nelle minime défaillance. Le falle dei controlli di sorveglianza erano venute fuori già dopo gli attentati del 13 novembre. Il 24 novembre un aereo della compagnia Easyjet proveniente da Budapest e fermo sulla pista di Roissy era stato misteriosamente imbrattato da una scritta a spray nero sulla carlinga, vicino allo sportello del serbatoio.

La scritta "Allah Akbar"  é stata cancellata prima che i passeggeri si imbarcassero per il volo successivo. Stesso inconveniente ha avuto come bersaglio alcuni aerei della compagnia low cost Vueling, negli hangar aeroportuali di Parigi e di Lione. Da allora si sono verificati diversi episodi simili. Se le compagnie hanno sempre minimizzato su questi incidenti, ora l'allarme rosso scatta nuovamente e una nuova serie di controlli sulle telecamere di sorveglianza sono in corso nei terminal di Roissy. Il prefetto Philippe Riffaut ha ordinato a 150 poliziotti di intervenire a Roissy e a Orly, oltre ai 1700 poliziotti,e ai 200 gendarmi già mobilitati. Si sta anche valutando la possibilità di installate dei controlli a raggi x per i bagagli fin dall'entrata principale, per non lasciare vulnerabili le zone d'accesso. L'incubo non é ancora finito.

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