È finita la prigionia di padre Tom Uzhunnalil, il sacerdote salesiano di origine indiana rapito in Yemen da un commando di uomini armati il 4 marzo 2016. Padre Tom, che dopo la liberazione aveva raggiunto l’Oman, è arrivato a Roma verso le 18 di martedì 12 settembre. Ora si trova ospite della comunità salesiana del Vaticano e questa mattina i incontrerà il Rettore maggiore dei Salesiani, padre Angel Fernandez Artime.
Provato dalla lunga prigionia, con una folta barba, padre Tom è sceso sorridente dalla scaletta dell’aereo che dallo Yemen lo ha portato a Muscat, la capitale del Sultanato. A Roma padre Tom sta facendo dei controlli medici, è stanco, ma anche moto felice. Ai primi confratelli che lo hanno incontrato ha raccontato che, durante la prigionia, è riuscito a celebrare ogni giorno la Messa.
Originario del Kerala, 57 anni, membro della provincia indiana di Bangalore dei Salesiani, padre Tom era stato rapito in circostanze drammatiche, durante un assalto alla Casa delle missionarie della Carità di Aden, in Yemen. L’assalto provocò la morte di otto anziani ospiti della struttura, quattro suore (suor Anslem, suor Reginette, suor Judith e suor Marguerite), due donne yemenite una guardia e un cuoco. I quattro uomini del commando si finsero parenti dei ricoverati, poi aprirono il fuoco. Lo Yemen è insanguinato da una guerra civile che si combatte dal marzo del 2015.
I rapitori, che si erano definiti militanti dell’autoproclamato Califfato, il maggio scorso avevano postato su You Tube un video in cui il religioso, molto prostrato, confermava la sua condizione di prigioniero e lamentava la scarsa attenzione internazionale al suo caso.
Le autorità del Sultanato, un piccolo stato del Golfo molto attivo sul fronte diplomatico, si sono offerte di mediare per la liberazione di padre Tom. Dopo il suo arrivo a Muscat padre Tom ha voluto subito ringraziare il sultano Qaboos, al quale ha augurato salute e felicità.
In questi anni il Sultano ha avuto il merito di mantenere l’Oman in una posizione di relativa neutralità rispetto ai conflitti regionali. In diverse occasione l’Oman ha mediato in situazioni di crisi. Durante la guerra fra Iran e Iraq, Muscat fu sede dei negoziati per il cessate il fuoco, in seguito il Sultanato ha negoziato per la liberazione di due ostaggi americani detenuti in Iran. I rapporti dell’Oman con Teheran sono sempre stati buoni e il Sultanato ha avuto anche un ruolo non secondario nelle trattative che hanno portato all’accordo sul nucleare iraniano.